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L'Europa "boccia" il nuovo carcere

Testo: 

Sbagliato l’appalto: si dovevano fare due gare per permettere alle imprese di partecipare

Se non è la pietra tombale, poco ci manca. Una cosa è certa: la realizzazione del nuovo carcere di Pordenone rischia di attendere altri 10 anni. Due lustri che si aggiungono ad una storia infinita che è partita nei lontani anni ottanta. Nei giorni scorsi, infatti, la Commissione europea ha notificato l'esito della procedura di infrazione contro la gara di appalto voluta dall'ex ministro di Giustizia Roberto Castelli per le Case circondariali di Pordenone e Varese. Il risultato è chiarissimo: «La Repubblica italiana - si legge sul parere motivato - è venuta meno agli obblighi che le incombono perchè ha attivato procedure non conformi alle regole previste dalle direttive europee». "Verdetto" fotocopia per entrambe le strutture. In parole povere significa che la gara effettuata sarà da annullare e dovranno essere rifatte tutte le procedure. A questo punto il Ministero di Giustizia avrà due mesi di tempo per presentare le controdeduzioni. Nel caso in cui non venissero accolte ci sono due strade da percorrere. La prima, quella che solitamente viene scelta dagli Stati membri è di adeguarsi, la seconda, invece, è quella di ignorare l'esito della procedura di infrazione. In questo caso, però, sono previste multe altissime e la possibilità (concreta) di un "cartellino giallo" all'Italia.
Ma perchè la Commissione europea ha "cassato" la gara d'appalto? C'è da fare un passo indietro e tornare al 2003 quando l'allora ministro Castelli decise di scegliere per la realizzazione del carcere di Pordenone la strada della locazione immobiliare. Una sorta dileasing,dunque, con la formula delproject financing. In pratica la struttura sarebbe stata progettata, realizzata e consegnata chiavi in mano al Ministero che avrebbe avuto il compito di gestirla e pagare l'affitto con la possibilità dopo 7 anni di riscattare l'opera. Il problema, però, è sorto quando il ministro Castelli con i suoi tecnici ha deciso di indire la gara d'appalto per una cifra complessiva di 32 milioni di euro (43 per Varese). A quel punto l'Ance (Associazione nazionale dei costruttori edili) ha presentato un esposto alla Corte di giustizia europea facendo aprire di fatto la procedura di infrazione. La Commissione, infatti, dopo un accurato esame ha evidenziato errori nella procedura. In pratica la gara di appalto per la locazione immobiliarein costruendo non poteva anche contenere automaticamente l'aggiudicazione dei lavori. Per la realizzazione dell'opera - si legge sul parere europeo - era necessaria un'altra gara di appalto alla quale avrebbero dovuto presentarsi le imprese con le caratteristiche citate sul bando. Secondo l'Europa, dunque, la gara per la locazione finanziaria è da considerarsi come un appalto pubblico di servizio, mentre la costruzione materiale del carcere è invece un appalto pubblico di lavori che è un'altra cosa. Da qui la scelta di indicare come "non conforme alle regole europee" la procedura indicata dal Ministero di Giustizia. Non ci sarebbe stata, insomma, la possibilità per le imprese interessate di presentare le loro offerte per aggiudicarsi i lavori. Da qui l'infrazione alle norme sulla concorrenza.

Il Ministero aveva obiettato alla Commissione europea che la procedura per la realizzazione dell'istituto di pena pordenonese (e quello varesino) era "autorizzata da disposizioni nazionali di carattere speciale". Non solo. A suffragio di questa scelta era anche stata depositata una sentenza del Consiglio di Stato che avallava la procedura. Ma anche su queste fronte la Commissione europea ha chiuso le porte. «Il carattere speciale delle disposizioni nazionali che autorizzano il ricorso alla locazione finanziaria sulla base dell'urgenza - si legge sul parere - non valgono a giustificare la violazione delle direttive comunitarie in materia di appalti pubblici. In ogni caso per derogare esistono delle precise condizioni fissate dalle direttive che nel caso in specie non sussistono».

Ultimo dato: alla gara bandita dal Ministero si erano presentate due imprese. Le buste sono state aperte, ma a fronte della procedura di infrazione aperta dall'Europa la gara non aveva ancora un vincitore.

Data: 
Venerdì, 11 August, 2006
Autore: 
Loris Del Frate
Fonte: 
IL GAZZETTINO - Pordenone
Stampa e regime: 
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