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BONINO: «Non sediamoci sull’Europa stanca»

Testo: 

Intervista al neo ministro alle Politiche comunitarie, con il portafoglio al Commercio Estero

Bonino: dall’Ulivo grande prepotenza, sono tollerata più che accettata

ROMA Sono due - sempre poche - e non una soltanto le ministre "pesanti" del governo Prodi. Titolare delle Politiche europee e del Commercio internazionale, che è dotato di un buon portafoglio, Emma Bonino entra nella top ten dei ruoli che contano. Quasi come una sorta di "altro" ministro degli Esteri.
Pesterà i piedi a D’Alema?
«Credo di no. In termini di competenze, mi pare che i nostri ruoli siano non confondibili. Certo, capiterà che su alcune questioni e su alcuni dossier internazionali la Rosa nel Pugno e i Ds avranno idee diverse. E noi diremo la nostra, senza mai morderci la lingua».
E Bersani, sarà contento che la delega al commercio estero è stata sfilata a lui ed è finita a lei?
«Non credo sia contento. Ma mica faccio la psicologa? Comunque, con Bersani, abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto».
Dunque, vi trovate a vostro agio nel governo Prodi?
«Per ora, no. Mi sembra di essere più tollerata che veramente accettata».
Qual è il problema?
« Ds e Margherita stanno facendo l’asso pigliatutto. E noi dovremo sgomitare tantissimo».
I topolini contro gli elefanti?
« Persino l’autore del Manuale Cencelli dice che Ds e Margherita sono andati oltre qualsiasi livello di spartizione di posti. L’Ulivo vuole fare il partito unico, ma si è preso due vice-premier e si sta muovendo con una grande prepotenza politica. Un dato che andrà corretto».
Sarete la mosca tze-tze?
« Il contributo della Rosa nel Pugno viene poco apprezzato e poco valorizzato. Ma proporremo, come sempre, le nostre idee. E se ci vivranno come un fastidioso pungolo, dovranno cambiare atteggiamento. Noi siamo una risorsa leale e collaborativa, ma non subalterna».
Per esempio, su quali terreni?
«Uno è quello dell’Europa. L’idea di un’Europa statica e ferma ai vecchi schemi non ci riguarda. L’Europa è in crisi, la costruzione del soggetto europeo è in una fase di stallo e bisogna aggredire questo problema. Non conviverci in maniera passiva, guardando all’Europa sulla base di un’europeismo superato e stantio».
Quello di Prodi?
«Non è l’Europa attuale quella a cui bisogna riferirsi. Quest’Europa è stanca. Occorre un surplus di europeismo. Sennò vince il nazionalismo commerciale ed economico».
D’Alema è su questa lunghezza d’onda?
«E’ interesse anche suo uscire dai vecchi schemi, paralizzanti. L’Europa, secondo la bella immagine di Delors, è una bicicletta: o pedala o cade».
Questo suo approccio troverà orecchie sensibili in consiglio dei ministri?
«Credo di sì. Con Padoa Schioppa ho grande sintonia. E’ uno di quelli che vede meglio, e puntualmente denuncia, i pericoli di un’Europa inchiodata».
Si sentirà in netta minoranza, come donna, nei consigli dei ministri?
«Sì, e questo è grave. Un’occasione persa. Comunque sei donne ci sono, e nel governo Berlusconi erano due. Guardando la campagna elettorale, un mio amico arabo mi ha detto che la politica italiana, tutta al maschile, non è da Paese occidentale. Sembra di stare in Arabia Saudita».
Adesso, Emma lascia di corsa il ministero del Commercio estero, dopo aver preso l’incarico, e si precipita all’incontro con il mediatore civico in Campidoglio. La Rosa del Pugno - di cui la Bonino è capolista a Roma - ha sollevato la questione del voto ai malati non trasportabili e ai carcerati.

Data: 
Venerdì, 19 May, 2006
Autore: 
di MARIO AJELLO
Fonte: 
IL MESSAGGERO
Stampa e regime: 
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