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Zoppolato alla Cdl: sulla famiglia nessuna trattativa. I radicali in piazza

Testo: 

La Lega non accetta revisioni alla legge sui figli regolari.

PORDENONE. Dopo l'approvazione dei fondi ai figli regolari, il leader del Carroccio friulano, Beppino Zoppolato, replica alle sollecitazioni di Forza Italia e si dice disposto ad altri interventi, ma soltanto se la famiglia istituzionale resterà la priorità delle politica della Cdl. «Noi difendiamo il modello tradizionale», manda a dire agli alleati. E non si discute. E i radicali scendono in piazza.

Se, dunque, sarà possibile finanziare interventi specifici sempre su quel versante, ma per modelli ulteriori, se ne potrà ragionare - dice, in sostanza, Zoppolato -, purché non li si ponga al livello di quelli della famiglia cosí come è tutelata dalla Costituzione. Il leader leghista, come sempre, è sferzante: dice di non poter accettare «che i forzisti Moretti e Deganutti cerchino di farsi pubblicità sui fondi ai bambini senza aver ancora letto la legge e capito i suoi obiettivi». «Io potrò anche essere "retrogrado", però voglio difendere certi valori. Come Lega Nord siamo disponibili a intervenire a favore di tutte le coppie in difficoltà. Siamo pronti. Ma guai a chi volesse distruggere il concetto di famiglia previsto dalla Costituzione».
In questo senso, per le affermazioni registrate nei giorni scorsi, «mi vergogno di essere alleato con la Revelant o con Moretti». «Non esistono pregiudiziali e non esistono guerre contro i bambini», rincara Zoppolato. «Ma esistono delle scelte che, come si sa, non possono mai comprendere la totalità del mondo». «Si è guardato alla Costituzione - sottolinea ancora il segretario del Carroccio - che parla di famiglia naturale. E, non avendo a disposizione risorse illimitate, si è fatta una scelta: il che non significa che abbiamo classificato i bambini in serie A e B, semmai, eventualmente le famiglie, a voler essere corretti».
«Noi della Lega - spiega Zoppolato - abbiamo sempre detto che questa è la nostra proposta, perché vogliamo salvaguardare un certo modello di società. Siamo convinti di questo. Anche per l'adozione, la costituzione stabilisce che possa adottare solo una coppia sposata. Noi abbiamo scelto di prendere a modello questo tipo di famiglia». «Se esistono mamme in difficoltà, facciamo una legge per aiutare. Siamo disponibili a trattare su questo. Ma il punto di partenza deve restare la famiglia naturale».
Sul fronte di Fi si registra la presa di posizione del consigliere regionale Roberto Asquini: «Due anni dopo la sua introduzione la norma dei contributi "classificati" ai figli, sia pure depurata con taglio governativo-costituzionale della sua parte più assurda e incostituzionale, è ancora in vigore. Di questo non c'è da essere orgogliosi, anche se personalmente non ho mai votato quell'articolo e, nel 2000, insieme ad altri colleghi del mio partito e della maggioranza, opposi il mio voto di coscienza alla sua approvazione. L'elemento "strano" di tutta questa vicenda è comunque la tempistica: perché voler affrontare problemi di questa natura sempre in finanziaria quando, evidentemente, la strumentalizzazione politica è più facile e molto spesso le ricadute che si cercano sono diverse dalla sbandierata parità dei bimbi alla nascita? La legge finanziaria ha altri obiettivi e non è certo "encomiabile" parificare la discussione sulla natura delle famiglie e dei diritti di nascita a un qualunque regolamento sull'assegnazione dei contributi per un capannone. Quest'anno, opportunamente, si è deciso di trattare l'argomento nell'ambito della legge sulla famiglia (finalmente!), rifiutando di affrontare in ambito amministrativo un tema etico. A finanziaria chiusa - sottolinea Asquini - mi auguro che cadranno molte forzature di ordine politico-amministrativo e tutti potremo cogliere l'essenza dell'argomento.
Classificare un bimbo sulla base delle scelte di ordine sociale e personale dei genitori non è accettabile: una nuova vita nasce libera. Se si vuole sottolineare il matrimonio si può decidere di farlo a vantaggio o svantaggio degli sposi o non-sposi, ma non si pensi di applicare sulla testa di chi nasce un inacettabile "bollino" che, formalmente o meno, rischia di condizionarne l'esistenza».
Infine i radicali hanno aderito alla proposta del forzista Deganutti di referendum contro la legge regionale e preannunciato una maratona oratoria no-stop dalle 22 del 31 alle prime ore del nuovo anno.

Data: 
Sabato, 28 December, 2002
Autore: 
Fonte: 
MESSAGGERO VENETO - Regione
Stampa e regime: 
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