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"Pannella: D’Alema e l'Unione vogliono sbarazzarsi di noi"

Testo: 

L'INTERVISTA
ROMA. «Un cartello elettorale? Massimo, poverino, è distratto…».

Distratto il presidente dei Ds, onorevole Marco Pannella?
«D'Alema dice una falsità, perché ripetiamo da luglio, e lui lo sa bene, che la Rosa e la costruzione strategica di un soggetto politico che va ben oltre le elezioni. È l'alternanza oggi per l'alternativa laica, socialista, liberale, radicale al regime oligarchico italiano».

L'ex premier apre le porte del partito democratico ai socialisti ma lascia fuori i Radicali.
«Che novità è che D'Alema non vuole i Radicali? D'Alema ha sentito l'urgenza di dire, magari anche al Vaticano, che fatte le elezioni è ora della fine della Rosa. Ma i socialisti sono stati i più intransigenti a fermare questi tentativi di annessione e le aggressioni che hanno ricevuto dai Ds, dalla Margherita e da Mastella. I socialisti intendono difendere la Rosa almeno quanto noi, non basta dirgli ammiccando “siate buoni, tornate a casa e al governo, nel sottopotere, sarete ricompensati"».

E voi, come sperate di essere «ricompensati» da Prodi in termini di posti?
«Non con la presidenza del Consiglio: deve andarci lui... Ma visto che siamo stati determinanti, aspiriamo a tutto. Abbiamo 18 eletti: 18 Ministri! Fuor di scherzo, il problema è che ad oggi nessuno ha chiesto le nostre opinioni. Io aspetto che sia Prodi a proporci quale sia il contributo che dobbiamo assicurare.

Concorda con gli appelli al dialogo sulla presidenza della Repubblica?
«Mi chiedo quanto sia credibile la posizione ufficiale di chi, come D’Alema, dice "niente grande coalizione" e poi subito dopo inizia con le eccezioni. Facciamo un’eccezione sulla presidenza della Repubblica, facciamo un’eccezione sulla legge elettorale... I soliti metodi dell’oligarchia dominante».

Prima del voto promise che sarete gli ultimi giapponesi, conferma?
«Ho detto sorridendo "sarò l'ultimo giapponese dell'utopia prodiana". Se poi quella scompare… Beh, è un altro problema. Comunque qui non si tratta di posti nel governo ma di mettere fine alle manifestazioni gravissime di ostilità e slealtà da parte degli alleati, che abbiamo accettato solo per giungere a questa vittoria che vedevamo messa in pericolo da una campagna elettorale non felice».

Chi è sleale con la Rosa?
«Non dovevamo avere nemmeno un senatore, pare. E questo perché i Ds per farci scendere sotto il 3 per cento hanno organizzato liste civetta e reso possibile la presentazione dei socialisti di Bobo Craxi, per non dire delle liste dei socialdemocratici di Carta. Faremo un libro bianco perché tutti sappiano quanto abbiamo saputo resistere a procedimenti che colpivano la nostra stessa esistenza».

La Camera è contesa tra Bertinotti e D'Alema. Fosse per lei?...
Siamo noti perché dal ‘76 abbiamo rivoluzionato la vita parlamentare riattivando norme e regolamenti mai rispettati. Dubito che D'Alema o Bertinotti si siano mai occupati di queste quisquilie».

E' un'autocandidatura?
«No, ma queste cose può certamente farle bene chi ha già dimostrato di esserne capace. E vale anche per le alte cariche istituzionali, per le quali abbiamo ottimi candidati naturali. L'Unione stabilisca se deve continuare a salvare il Paese e a salvarsi per il rotto della cuffia grazie al nostro apporto determinante, oppure se, per il piacere di sbarazzarsi una volta per tutte di laici, socialisti e liberali, vuole pagare il prezzo del suo stesso fallimento. A D'Alema ricordo che si dimise da Presidente del Consiglio quando, nell'illusione di annettersi i nostri voti, finì per regalare a Berlusconi voti suoi e nostri. Sbagliò e prese una tranvata storica».

Un avvertimento?
«Fra loro se li danno, ma non è il nostro stile».

Offrirebbe il Senato al centrodestra?
«Ne lasci parlare chi, come Rutelli o Mastella, ha la convinzione che sia necessario tagliare le ali per ritornare a qualcosa che ricordi le unità nazionali, i compromessi storici o le grosse coalizioni. Il problema vero dell’Unione non è Pannella, è Mastella. Esiste la possibilità di un grande centro, di aggregazioni cattoliche. Vedo certi atteggiamenti da parte di Udc e Margherita…Si preoccupano di noi? Sono ostili a noi? Sbagliano, perché per fare un ribaltone basta Mastella».

Ma lei, nel partito democratico, vorrebbe entrarci?
«Rutelli ha cominciato a balbettare di Partito democratico quando aveva 19 anni ed era la nostra posizione. Ma ora, caro Francesco, mi sa che si tratterebbe di un partito democratico paleodemocristiano. E allora D’Alema dico, occupiamoci di salvare dalle cattive tentazioni i nostri cari Rutelli e Mastella, piuttosto che divenirne le vittime.

di Monica Guerzoni

Data: 
Sabato, 15 April, 2006
Autore: 
Fonte: 
IL CORRIERE DELLA SERA
Stampa e regime: 
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