Bovè, il simbolo dei no global, l'ultrà di sinistra, l'ex sessantottino, l'uomo che distrugge i McDonald's, l'icona di Bertinotti e Casarini, sarà l'ospite più importante della prossima conferenza regionale sull'agricoltura. Ma ad invitare il leader dei no global non è stato un rappresentante di Rifondazione Comunista, bensì l'assessore regionale Danilo Narduzzi, il colonnello della Lega che invoca per Josè Bovè anche la grazia per la condanna inflitta dalla Cassazione francese allo stesso per aver distrutto nel biennio 1998-99 diverse coltivazioni di mais e di riso transgenici.
Sarà quindi Bovè a dettare il programma politico della Casa delle libertà sulle politiche agricole per la nostra regione?
Preoccupa la deriva antiliberale del movimento leghista, appiattito sulle tesi dei comunisti e dei verdi integralisti sull'agricoltura: quello che Narduzzi e compagni non sanno o non vogliono far sapere è che Bovè, per ciascuno dei suoi bovini, per fare il suo meraviglioso formaggio, gode di una sovvenzione europea quotidiana superiore al dollaro. Che è la cifra con cui nel mondo sono costrette a vivere quasi un miliardo di persone.
I leghisti, esattamente come i seguaci di Agnoletto e Casarini, vogliono l'agricoltura in regime protezionistico. Altrimenti i Paesi del Terzo mondo ci invaderebbero con le loro merci e li costringerebbero a misurarsi col mercato invece che con le concertazioni per le sovvenzioni.
Noi radicali abbiamo su questo una posizione opposta: per far uscire dall'oppressione i paesi del Terzo Mondo serve più globalizzazione e più mercato. La carne argentina non arriva da noi e quel Paese è in crisi perché c'è poca globalizzazione.
Stefano Santarossa
Radicali Italiani