«Grave avallarlo». Rutelli: le parole del presidente Cei non spostano voti
ROMA - «Nessuna ingerenza», dicono per una volta all’unisono Silvio Berlusconi e Romano Prodi. Una dichiarazione «che non è in grado di spostare voti», aggiunge Francesco Rutelli. Il giorno dopo l’ennesimo no alle coppie di fatto del cardinal Ruini, Casa delle libertà e Unione sembrano rifugiarsi nella melina. Calma piatta? No. L’unica spina, ed è una spina velenosa nel fianco di Prodi, è quella della Rosa nel pugno: il nuovo partito creato da Radicali e Sdi se la prende con il Professore e con gli altri leader del centrosinistra che «non hanno battuto ciglio davanti al programma di governo della Cei, arrivato a soli 20 giorni dal voto».
DEFICIT LAICO - La Rosa nel pugno ha fatto della laicità dello Stato la bandiera da impugnare in campagna elettorale. Una bandiera che questa volta viene sventolata in faccia ai vicini di casa dell’Unione: «Le reazioni che sono venute dal centrodestra - dice Daniele Capezzone - ci sono dispiaciute ma che addirittura Prodi, Fassino e Rutelli abbiano fatto a gara ad avallare le parole di Ruini è molto grave». Poi l’attacco, in pura logica da proporzionale, dove la guerra è anche tra compagni di coalizione: «C’è un deficit laico nel centrosinistra. Chi non vota Rosa nel pugno rischia una brutta sorpresa su questo terreno». Enrico Boselli ci mette il carico e vede a rischio il partito democratico, che dopo le elezioni dovrebbe fondere le anime del centrosinistra: «È difficile che nasca quando la Margherita di Rutelli mette in discussione alcuni caratteri laici della politica che sono fondamentali». Mentre Emma Bonino gioca la carta del sarcasmo: «Voglio far notare che Ruini non ha detto ai cattolici sposatevi e non unitevi in coppie di fatto ma non votate chi sostiene i Pacs. Che cosa doveva dire, votate Rutelli o Casini, perché potessimo renderci conto che si tratta di un’interferenza?».
UNIONE - Che la spina sia dolorosa lo dimostrano le parole che arrivano dal lungo tavolo della Grosse Koalition dell’Unione. Massimo D’Alema prova a cucire insieme le diverse posizioni: «Abbiamo scritto nel programma che, nel rispetto della Costituzione per cui la famiglia è fondata sul matrimonio tra uomo e donna, intendiamo garantire i diritti delle persone che vivono in unioni di fatto e questo faremo». Rutelli conferma il suo giudizio ma, prudente, gira attorno al problema: «La Cei ha sempre detto la sua. Solo che questi interventi diventano più intriganti per chi vuole fare polemica e li legge in chiave politica». Clemente Mastella, invece, la questione la prende di petto: «Tutti sanno che non volevo Pannella. Se noi dell’Udeur saremo determinanti, i Pacs andranno un po’ dispersi in aria, nel senso che ognuno voterà secondo coscienza». E quelle di adesso sembreranno solo scaramucce.
Lorenzo Salvia