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«No all’ex procuratore» Lo Sdi attacca la Quercia

Testo: 

IL CONGRESSO / Fischiato il nome di D’Ambrosio. E c’è chi grida «Vergogna»

Boselli: quella candidatura è profondamente sbagliata

FIUGGI - Prima i fischi, poi un grido ritmato - «Vergogna, vergogna» - infine l’applauso, scrosciante, con metà platea che si alza in piedi e batte le mani inneggiando a Enrico Borselli. Il leader dello Sdi dal palco del congresso dei socialisti ha attaccato la decisione dei Ds di candidare Gerardo D’Ambrosio.
Tace, frastornato, Romano Prodi che siede in prima fila, nei panni dell’ospite d’onore un po’ imbarazzato per questi alleati che rivendicano la loro autonomia sulla giustizia e sulla laicità dello Stato. Assente Piero Fassino. Doveva venire oggi a Fiuggi, ma ha capito che l’ultima candidatura eccellente della Quercia qui non sarebbe stata bene accolta, perciò ha preferito inviare un messaggio laconico e sufficientemente evasivo. Ed è assente anche Bobo Craxi che, a quanto pare, preferisce trovare riparo all’ombra della lista dell’Ulivo («Il padre prima o poi si incavola talmente tanto che resuscita», commenta ironico l'ex ministro Claudio Signorile).
Boselli non usa mezzi termini. Definisce «profondamente sbagliata» la candidatura di D’Ambrosio e invita i Ds a «riflettere attentamente». E per aiutarli in questa attività cita Francesco Saverio Borrelli: «Certo mi dispiacerebbe - sono le parole dell’ex capo della Procura di Milano - se il centrosinistra dovesse attingere a piene mani nella magistratura per dieci, cento candidature. In questo modo potrebbe apparire fondata l’accusa di politicizzazione rivolta dal presidente del Consiglio alla magistratura». Una «finezza» stilistica, quella di replicare a Fassino con Borrelli. Già, perché il mite Boselli, tanto mite non è in questa relazione. Critica «l’arretratezza» del centrosinistra in materia di giustizia e garantismo e attacca Francesco Rutelli (non a caso anche lui ha pensato bene di non fare nemmeno una visita lampo a Fiuggi), che ha trasformato la Margherita da «prototipo dell'Ulivo a partito a netta prevalenza cattolica», in «sintonia con le posizioni più conservatrici delle gerarchie ecclesiastiche».

Sono queste le ragioni che hanno indotto il leader dello Sdi, prima fervente sostenitore dell’Ulivo, a prendere le distanze: «Siamo preoccupati - osserva - della piega che sta prendendo questa ipotetica costruzione politica che vuole continuare a chiamarsi partito democratico». Sì, Boselli non ha dubbi: «Non ci convince proprio - afferma tra gli applausi - un partito democratico che fa affiorare una sorta di asse tra il clericalismo dei seguaci del Cardinal Ruini e il giustizialismo dei simpatizzanti del dottor D’Ambrosio. Emerge così del tutto chiaro che il progetto del partito democratico, così come si sta definendo, è ben lontano da quel big bang tra diversi riformismi che ricorrentemente viene evocato da Arturo Parisi e da Michele Salvati, e che, lo ribadiamo, ci trova d’accordo». Secondo Boselli, dunque, il partito democratico a cui stanno dando vita la Quercia e la Margherita «assomiglia molto di più a un compromesso tra due partiti che insieme, invece di rinnovarsi, sono istintivamente attratti a riconfermare le proprie identità e, quindi, sono incapaci di produrre una forza politica davvero nuova». E quindi la decisione dello Sdi di creare la Rosa nel pugno insieme ai radicali «non è stata una ritirata strategica», come l’ha definita qualcuno, bensì «una scelta strategica».
La prima giornata del Congresso dello Sdi si chiude così. Romano Prodi si avvia verso l’uscita rilasciando ai giornalisti una generica battuta sui «problemi importanti» posti dal leader dello Sdi, e si infila in auto serrando le labbra quando qualcuno gli chiede della candidatura di D’Ambrosio. Ma «gli importanti problemi» sollevati dal leader dello Sdi saranno contenuti nel prolisso programma dell’Unione? Il «no» al finanziamento delle scuole private, le critiche al Concordato e, ancora, la richiesta di una riforma dell’8 per mille, riusciranno a trovare orecchie attente in interlocutori come Francesco Rutelli e Clemente Mastella? È la scommessa di Enrico Boselli. Ma se non ci riuscirà prima delle elezioni è certo che il leader dello Sdi continuerà la sua battaglia nella coalizione, se il centrosinistra andrà al governo.

Maria Teresa Meli

Data: 
Sabato, 4 February, 2006
Autore: 
Fonte: 
Il Corriere della Sera
Stampa e regime: 
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