Il segretario dei Radicali Capezzone lancia nel comitato nazionale del partito un messaggio agli alleati
ROMA I Radicali italiani reclamano il «rispetto» da parte dell'Unione, del suo leader Romano Prodi e dei suoi «azionisti di maggioranza» ai quali chiedono di «non ignorare» la Rosa nel pugno e le sue battaglie: è il messaggio centrale che il segretario Daniele Capezzone lancia nella sua relazione al comitato nazionale del partito, i cui lavori si sono aperti ieri pomeriggio a Roma per concludersi domani.
«Abbiamo scelto l'Unione in modo irreversibile. Ma non si può andare avanti così», dice Capezzone parlando dei rapporti con il centrosinistra, e attacca: «È incredibile che, a 91 giorni dal voto, il nostro candidato premier e gli "azionisti di maggioranza", della coalizione che abbiamo scelto, trovino il tempo di ricevere il segretario del Psdi Giorgio Carta ma rifiutino il dialogo con noi, o addirittura avversino le nostre iniziative punto per punto». Per questo, Capezzone lancia «un grande e fiducioso appello alle donne e agli uomini della direzione dei Ds, che si riuniranno l’11 gennaio: oltre a discutere di Bancopoli, mi auguro che pongano il problema del rapporto con la Rosa nel pugno, con i radicali, e con i nostri temi. Occorre superare di slancio la pagina scura delle elezioni regionali, quando l'Unione pose un odioso veto contro di noi, e contro la stessa persona di Luca Coscioni».
Quanto alla Rosa nel Pugno, Capezzone annuncia che i Radicali porteranno come prima priorità politico-elettorale, la battaglia per i Pacs. «Occorre proporre una campagna- spiega- che chiamerei "Niente pacs indietro". Insomma, abbiamo tutti accettato di ragionare sulla mediazione del Pacs, ma ora questa mediazione non può essere ulteriormente mediata. E invece, in troppi, anche nel centrosinistra, hanno in mente una sorta di strategia del carciofo, volta a spolpare perfino il Pacs. Chiederemo a partiti e candidati di essere chiari, espliciti, senza ricorsi ipocriti e furbeschi alla "libertà di coscienza". E se scopriremo che Francesco Rutelli avrà una posizione più arretrata perfino del cardinale Pompedda, non dovremo comunque obbligare tutta la coalizione a retrocedere fino a quel punto».
Non è mancato un attacco alla legge elettorale in senso proporzionale, contro la quale i Radicali ricorreranno all'Ocse in quanto quel testo «altera la legalità della gara», ed al governo «che ha l'odiosa intenzione di sbattere in prigione per decreto i ragazzi per soli 6-7 spinelli». Infine, da Capezzone il sostegno all’Agenda Giavazzi: per superare «gli ordini professionali, abolire il valore legale del titolo di studio, liberare l'Italia dalla cappa delle lobby, delle corporazioni e degli oligopoli».