Dopo il referendum Santarossa spara contro Polo e Ulivo, rei di voler cambiare legge
«Il tentativo di imbastire il papocchio post referendum è ormai sotto gli occhi di tutti: questo consiglio regionale moribondo sta cercando di ripetere l'errore che Segni ed il Centro Sinistra fecero nel '93. Invece di interpretare il bisogno di chiarezza richiesto dagli elettori con la vittoria dei "No" di domenica scorsa, i burocrati di partito, professionisti dell'inciucio con in testa i Moretton e i Saro di turno, stanno cercando di annientare il voto di domenica».
E durissimo Stefano Santarossa, presidente provinciale dei radicali. E lancia un richiamo forte al coordinatore del comitato referendario, Bruno Malattia. «Invitiamo il coordinatore del Comitato per il No, l'avvocato Malattia a farsi garante del rispetto della volontà dei 52 mila cittadini che hanno firmato per indire il referendum e del 75 per cento dell'elettorato che ha detto no ai 44 partiti romani e alle rispettive succursali friulane. I radicali si opporranno all'ipotesi che questo Consiglio riesca nell'obiettivo di costruirsi su misura una legge atta a fermare la svolta riformatrice. Il Consiglio regionale, ormai inarticulo mortis - conclude Santarossa - non osi fare pasticci, papocchi, pastrocchi, modificando ancora la legge regionale. Se ne riparlerà nella prossima legislatura: ora, l'appuntamento è con le urne di primavera, quando ciascuno schieramento avrà l'onere di formulare una proposta organica di riforma istituzionale ed elettorale.
I radicali si preparano ad arrivare alle prossime elezioni regionali con qualcosa di diverso dalla rissa friulana Polo - Ulivo. Vogliamo proporre in questa regione un modello di assetto istituzionale con il governatore eletto direttamente ed i consiglieri tutti eletti con un sistema maggioritario uninominale in singoli collegi. Vogliamo il modello americano con 2 partiti: chi vince governa, chi perde si oppone».