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“Rosa nel pugno": in carcere a Udine condizioni di vita ancora accettabili

Testo: 

In concomitanza con la Marcia di Natale per l’amnistia svoltasi a Roma, il gruppo La Rosa nel Pugno, formato da Sdi e Radicali friulani, ha organizzato una visita al carcere di Udine.
Ad attendere il gruppo, il direttore Francesco Macrì che in due ore di colloquio ha illustrato l’organizzazione del penitenziario. Pur presentando i soliti problemi di sovraffollamento, (180 i detenuti contro una capacità di circa 160 posti),di carenza di personale (una ventina di agenti) e di carenza dei fondi per i programmi di recupero, la situazione dell’istituto udinese non appare drammatica come in buona parte della altre carceri italiane e questo soprattutto grazie all’impegno del direttore e del personale della polizia penitenziaria.
Le aree adibite alla custodia dei detenuti sono state da poco ristrutturate, le celle benché piccole sono dotate di servizi igienici. Il carcere dispone di una biblioteca e di alcune aule dove si tengono corsi di scolarizzazione (circa il 50% dei detenuti è extracomunitario) e di formazione.
Nel 2005 – hanno ricordato gli esponenti de La rosa nel pugno – nelle carceri italiane si è raggiunto il numero massimo di detenuti della storia della Repubblica, 60 mila, a fronte di una capacità di 42 mila posti, buona parte dei quali ancora in attesa di giudizio. E non va dimenticato che oltre l’80% dei reati rimangono impuniti.
Alla visita hanno partecipato Corrado Libra, Alessandro Dario e Franco Giunchi della Rosa nel Pugno, Paolo Menis consigliere Regionale della Margherita, Moreno Pilosio del nuovo Psi. Al gruppo ha chiesto di aggregarsi anche Enrico Pizza, consigliere comunale Ds, che al termine della visita ha proposto l’opportunità di «istituire anche a Udine – spiega Pizza –, sull’esempio di altre città italiane, la figura del Garante dei detenuti, che si occupi della tutela dei diritti delle persone private della libertà personale».
Pizza ha intenzione di volersi attivare con la maggioranza di Palazzo d’Aronco per istituire la figura del “Garante dei detenuti“ anche in vista del reiserimento dopo il periodo di detenzione. «I compiti istituzionali del Garante – ricorda Pizza – sono quelli di promuovere l’esercizio dei diritti e delle opportunità di partecipazione alla vita civile e di fruizione dei servizi comunali delle persone private della libertà personale oppure limitate nella libertà di movimento, residenti o dimoranti nel territorio del Comune; sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dei diritti umani e dell’umanizzazione della pena detentiva».

Data: 
Martedì, 27 December, 2005
Autore: 
Fonte: 
MESSAGGERO VENETO - Udine
Stampa e regime: 
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