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Rosa nel pugno, contrordine “compagni radicali“

Testo: 

Gaffe. Una e-mail galeotta nei computer dello SDI

di Aldo Torchiaro

E va bene, non c’è rosa senza spine. Quando poi la massima della botanica si presta alla politica, è facile passare dal roseto al ginepraio. E’ quanto rischia di accadere in questi giorni alla Rosa nel Pugno, chiamata a fare i conti con un imbarazzante episodio in predicato di avvelenare il clima di festa tra le due anime, socialista e radicale, che hanno dato vita al nuovo soggetto politico.
Lo scorso 24 novembre un solerte funzionario dei radicali italiani, Michele De Lucia, ha inviato ai referenti locali della sua organizzazione un dispaccio elettronico nient’affatto avaro di perle da seguire e di errori da evitare, in questa fase in cui Radicali Italiani e SDI dovrebbero, agli occhi dell’opinione pubblica, fondersi in un partito unico. De Lucia, che segue gli aspetti organizzativi per il partito di Capezzone & Pannella, indirizza ai “compagni radicali“ delle realtà locali una missiva che ha per oggetto “News e regole d’ingaggio“. Il linguaggio è esplicito e diretto, e l’imbarazzo sta nel fatto che una comunicazione interna evidentemente riservata è invece finita, di casella in casella, in quella della posta elettronica di un giovane dirigente dello Sdi, che ha strabuzzato gli occhi.

Possiamo immaginare la sorpresa: il dirigente radicale fissa nel suo incipit una certezza: “Radicali Italiani e l’Associazione Coscioni restano in piedi e continuano a lavorare seguendo quello che i rispettivi statuti e le rispettive mozioni congressuali prevedono. Per quanto riguarda noi, le associazioni restano associazioni di Radicali Italiani, e si continua a chiedere come sempre le iscrizioni per i soggetti politici radicali“. Buono a sapersi.

I quattro “cofondatori“, Sdi e Radicali Italiani, associazione Coscioni e Federazione dei giovani socialisti, hanno per ora mantenuto fermo l’epiteto – un po’ vago – del soggetto della politica senza mai dichiarare sciolti i rispettivi partiti, questo è vero. Ma il superamento delle singole identità appare, quando si parla a microfono spento, del ttto al di là da venire. De Lucia nella sua velina usa toni perentori e calca la mano usando il neretto: “Attenzione – scrive – queste sono regole tassative“; e silura l’ipotesi di adottare nelle realtà locali un portavoce unico. “Saremmo tagliati fuori dalla comunicazione“ , dice preoccupandosi per la visibilità dei radicali.

Poi chiarisce che la Rosa nel Pugno non deve entrare nelle sezioni dello Sdi, che in qualche regione rimangono numerose: “Nessuna burocrazia a livello locale: niente sezioni, niente associazioni locali della Rosa nel Pugno in quanto tale, niente segreteria e direzione regionale provvisoria, niente coordinamenti burocratici“. Le tante strette di mano tra Enrico Borselli e Daniele Capezzone non riguardano, insomma, il corpo intermedio dei due partiti, e quello stratega di De Lucia intravede una controversa dialettica dietro l’angolo: “Quando siete in difficoltà – raccomanda ai suoi – quando a livello locale qualcuno vi fa problemi e va fuori da queste regole, avvertiteci immediatamente e interveniamo noi“. Nel corpo del testo, questo passaggio è tutto maiuscolo.

E per spezzare l’aria seriosa di quanto prescrive ai suoi, De Lucia aggiunge: “Se qualche genio va in giro ad annunciare liste della Rosa alle amministrative, la poveretta potrebbe appassire rapidamente per il dolore“. Ma qui viene il bello, o il brutto, a seconda del lato della medaglia. “Spingere al massimo sulla Rosa nel Pugno vuol dire – va giù duro l’estensore radicale – neutralizzare la supercazzata, per noi letale, dell’unità socialista“.

Tra una settimana dovrebbe iniziare in ciascuna regione italiana un tour di presentazione del simbolo floreale, ma le indiscrezioni filtrate dal contenuto di questa mail sono nel frattempo giunte all’orecchio di Villetti e Borselli, che ne hanno chiesto conto ai compagni di strada di Torre Argentina. L’unità socialista invocata dallo Sdi che sta incontrando sempre più spesso il Nuovo Psi di Bobo Craxi, per due dei quattro soggetti cofondatori, non può essere archiviata come una letale supercazzata, un fatale errore.
Quello, semmai, va ascritto al circuito della mailing list radicale, e alle sue falle.

Data: 
Sabato, 3 December, 2005
Autore: 
Fonte: 
IL RIFORMISTA
Stampa e regime: 
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