You are here

Pena di morte, polemiche in regione

Testo: 

Bondi: una scelta troppo strana Romoli: credo sia un equivoco Ciriani: è stata una brutta figura
Antonaz e Pegorer: noi avremmo firmato. La Cdl chiede chiarimenti

LA PETIZIONE ALLA CALIFORNIA

Rifondazione e Ds: la scelta del governatore non nasce da motivi aziendali nessuno pensa che sia contrario alla cancellazione delle esecuzioni capitali

UDINE. Nel mondo politico regionale le polemiche sul caso Illy-pena di morte si stanno attenuando, sia pure con qualche modesta eccezione. Come è noto, il presidente della giunta non ha sottoscritto l’appello dei governatori italiani a quello della California, Arnold Schwarzenegger, affinché sospenda l’esecuzione dell’ex bandito Stanley Williams. Il documento promosso dall’associazione «Nessuno tocchi Caino» sollecita la grazia, ma Riccardo Illy non ha ritenuto di apporvi la propria firma.
«Io avrei firmato – commenta l’assessore di Rifondazione Comunista, Roberto Antonaz – e chiederò in giunta le ragioni del suo gesto, ma so per certo che Illy è contrario alla pena di morte e che la Regione intende sottoscrivere la moratoria. Per quanto riguarda un presunto conflitto d’interessi legato ai suo commerci di caffé con la California, si tratta soltanto – afferma l’esponente di Rc, senza usare giri di parole – di balle».
Il coordinatore nazionale di Forza Italia, Sandro Bondi, in Friuli per il convegno dei giovani azzurri, ha definito la decisione di Illy «molto strana», sollevando addirittura il tema delle «radici cristiane della cultura umanistica». «È un diritto del presidente del Friuli Venezia Giulia non sottoscrivere – ha proseguito – ma penso che tutti i cittadini italiani potrebbero firmare quell'appello contro la pena di morte».
Toni smorzati, invece, da parte del coordinatore di Forza Italia per il Nord Est, Ettore Romoli. «È una notizia incredibile – dice – credo che dietro ci sia un errore, un fraintendimento. Conosco Illy e mi rifiuto di credere che sia favorevole alla pena di morte. Mi sembra anche incredibile che sia stato attaccato a testa bassa senza sapere che cosa ci sia dietro. Nei prossimi giorni sentiremo che cosa dirà: se è favorevole o no alla pena di morte».
Il segretario regione del Ds, Carlo Pegorer, si trincera dietro un «no comment» seguito da un’affermazione di principio. «Non ho alcun commento da fare – afferma – dico soltanto che da cittadino italiano avrei firmato. Credo meritasse farlo, anche se nulla so dell’associazione che ha promosso l’iniziativa: io mi sarei comportato diversamente. Punto e basta. Comunque uno può decidere quello che vuole, io non ho elementi per giudicare».
Il capogruppo di An al consiglio regionale, Luca Ciriani, parla invece di «brutta figura» e quasi avalla un sospetto. «Se all'origine di questa decisione – osserva – ci sia un conflitto di interessi tra la ditta della famiglia Illy, la California e l'America non sono in grado di dirlo. Però una reazione così inutilmente e platealmente arrogante e nervosa fa pensare che ciò sia verosimile».
Esattamente contraria l’opinione del capogruppo Ds al consiglio regionale Bruno Zvech. «Pare incredibile – rileva – che su ogni questione, anche quelle personali, non tanto sui principi e sui valori, ma sul modo di muoversi, ci sia questa canea. Volgare è la parola giusta per definire chi pensa che dietro questa decisione ci siano motivi aziendali».
Improntato a una ufficialità sdegnata il commento di Alessandro Dario dello Sdi. «Dopo aver letto le dichiarazioni riportate dai mezzi di comunicazione, devo dire che quelle pronunciate da Illy sono forzature inopportune da parte di un governatore. Illy – ha detto l’esponente dello Sdi – dichiara di non aver mai firmato appelli neppure per il gelato alla vaniglia e credo che nessun politico serio lo abbia mai fatto. Però osservo che Williams non è un gelato: è un uomo che si dichiara innocente. Vorrei ricordare a Illy che lui rappresenta tutto il Friuli Venezia Giulia e credo che la quasi totalità della nostra regione sia contraria alla pena di morte o comunque voglia dare una chance in piú a un uomo che sta per morire».
Il capogruppo della Margherita al Consiglio regionale, Cristiano Degano, minimizza: «È una polemica destinata prontamente a rientrare. Penso proprio che nessuno sia disposto a dubitare della posizione né di Illy né della coalizione di Intesa democratica contro la pena di morte. Non penso proprio – prosegue – che Illy non possa non essere contro la pena di morte. E non credo assolutamente che possa esistere un conflitto d'interessi con la sua azienda». (s.st.)

Data: 
Lunedì, 5 December, 2005
Autore: 
Fonte: 
MESSAGGERO VENETO
Stampa e regime: 
Condividi/salva