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Aborto: sì all’inchiesta sulla legge, accuse a Casini

Testo: 

ETICA E POLITICA

ROMA - Prima si è attirato le polemiche durissime dell’Ulivo, per aver autorizzato la commissione di indagine sulla legge 194. Poi è andato in trasmissione da Fazio, su Raitre, e ha marcato l’ennesimo distinguo rispetto a Berlusconi, derubricando il Cavaliere a semplice «leader», fra altri leader (lui e Fini), del centrodestra, se non altro perché «il nome del premier verrà fuori dopo le elezioni e il candidato prima delle elezioni non si indica: la legge dice che si deve indicare il leader dello schieramento, ed è Berlusconi. Ma l’indicazione del candidato premier sarebbe una violazione delle prerogative del presidente della Repubblica».

LA LETTERA - Pier Ferdinando Casini è sotto i riflettori sin dall’ora di pranzo. Con una lettera al presidente della commissione Affari sociali della Camera autorizza l’indagine parlamentare (chiesta dal suo partito, l’Udc) sulla legge sull’aborto. Chiede che sia ristretta nel tempo (31 gennaio 2006), che i parlamentari lavorino anche sotto le feste, che le audizioni siano tante. Non basta, puntuali arrivano le polemiche. Polemiche, quasi tutte di provenienza Unione, che giudicano la sua decisione come un atto di campagna elettorale e mera propaganda. Nella lettera Casini riconosce «l’estrema delicatezza della materia e la sua particolare rilevanza dal punto di vista politico», raccomanda l’acquisizione del «più ampio panorama di posizioni e di opinioni in materia», argomenta il preventivo diniego di proroga con l’inopportunità che l’indagine si prolunghi «nel periodo della campagna elettorale».

LE CRITICHE - Il primo attacco arriva dai Radicali: per Daniele Capezzone il presidente della Camera è stato «morso dalla tarantola elettorale, travolge la funzione imparziale cui dovrebbe essere vincolato, mette in piedi una passerella propagandistica sulla pelle delle donne». I Ds non sono più teneri: «Ormai Casini è in piena campagna elettorale e si muove per il suo interesse» afferma subito dopo la responsabile femminile dei Ds Barbara Pollastrini, aggiungendo che «Casini fa finta di non sapere che esiste una relazione annuale al Parlamento sull’applicazione della legge 194 e fa da sponda alle crociate ossessive di Storace». È solo un antipasto delle reazioni. Nonostante sia domenica, sparano contro Casini i Comunisti Italiani («lo spregiudicato Casini si è spogliato di un abito per indossarne un altro», Marco Rizzo), la Rosa nel pugno («è evidente che si vuole cancellare la 194», Ugo Intini), i Verdi («Casini non faccia l'illusionista, questa indagine è propaganda contro le donne», Alfonso Pecoraro Scanio). Nel pomeriggio lo stesso Casini sentirà il bisogno di difendersi, rivendicando la legittimità di una decisione non discrezionale, ma assunta esclusivamente previa «verifica» del regolamento.

CDL A TRE PUNTE - A sera invece, in tv, l’affondo sull’autonomia da Berlusconi: «Oggi la Casa delle libertà gioca a tre punte. Chi farà più gol lo decideranno gli elettori. E sulla base dell’incremento dei voti si deciderà sulla leadership. Non c’è né lesa maestà nei confronti di Berlusconi, né rassegnazione da parte mia e di Fini».

Marco Galluzzo

Data: 
Lunedì, 5 December, 2005
Autore: 
Fonte: 
Il Corriere della Sera
Stampa e regime: 
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