Si apre oggi il congresso nazionale dell’associazione radicale
C’è una storia che corre su un filo sottile ormai da anni: è quella di Luca Coscioni. Dalla prima volta in cui se ne è parlato la sua è diventata la storia di oltre cento premi Nobel e di centinaia di malati. Chi lo ha seguito nel suo coming-out dalla malattia alla battaglia politica, sa che grazie alla spinta di questo ex professore di economia, condannato ad una malattia terribile che non smette di avanzare, i temi della ricerca e della bioetica, relegati nel limbo delle dispute accademiche, sono stati imposti come priorità del movimento radicale e dell’agenda dell’opinione pubblica, diventando temi di libertà, di laicità. Si sono tradotti in comandamenti laici per battaglie referendarie. Fin dal 2001 i radicali scelsero Luca capolista per porre al centro del dibattito i nuovi temi di libertà, leggendo tra le righe di alcuni atteggiamenti politici un’offensiva clericale silenziosa e già in atto.
La risposta dell’intera classe dirigente fu di dire che sulla vita e sui temi di coscienza non si vota e non si chiedono voti. Sappiamo oggi quali effetti hanno avuto quelle mancate prese di posizione. Quel 13 maggio la Lista Bonino, censurata da ogni spazio reale di discussione dall’egemonia mediatica dei due poli e dal tema unico dell’anti o pro-berlusconismo, otteneva il 2,2 per cento, nessun eletto.
In un articolo pubblicato a pagamento dal Foglio pochi giorni prima della disfatta, Marco Pannella rispondeva a chi annunciava caustiche previsioni: "Abbiamo già visto, noi già sappiamo. Usiamo le elezioni per far crescere la nostra società, le nostre coscienze. E non viceversa. (…) Dopo questa campagna elettorale:
1) La condizione del malato sarà stata posta antropologicamente, culturalmente in mutazione, in rivoluzione. Non solamente, forse, in Italia. Quella del malato, e quella di chi lo 'assiste': sia nel pubblico che nel privato. E saranno affrontati i connessi temi della terapia del dolore e dell'eutanasia;
2) La libertà e la responsabilità di ricerca scientifica, sia essa relativa agli embrioni in soprannumero o al transgenico, sarà stata posta all'ordine del giorno del Paese. Così come la libertà di organizzarsi, di riemanciparsi dall'ipoteca temporalista, confessionale, vaticana e conservatrice.
Pannella parlava di una "rivoluzione della base", rifiutandosi di cedere il campo dei valori alle gerarchie vaticane e non allineandosi alla politica che sempre più sceglie di darsi il ruolo della chiacchiera spicciola. In effetti in questi mesi abbiamo assistito ad una straordinaria rinascita della speranza. Speranza non solo nella ricerca e nelle sue cure. I malati scesi in campo al fianco di Luca hanno lottato contro la condanna ad una morte civile prima che umana, hanno avuto la forza di non arrendersi alle conseguenze del male.
Centinaia di professori universitari e di ricercatori hanno avuto una determinazione tale da vincere la diffidenza rispetto alla politica, scippandola alle sue logiche e ai suoi interessi, per trasformare i loro disagi in espressioni di partecipazione e confronto democratico e non in lamentele sindacali. Questa storia non poteva finire con il fallimento del referendum abrogativo della legge 40. Il prossimo venerdì mattina Luca Coscioni verrà svegliato da Maria Antonietta, la sua compagna, per una giornata particolare: tornerà a parlare grazie ad un software che gli consente di trasformare il suo sguardo, unico organo volontario ormai capace di muoversi, in scrittura. Lavorerà per ore al primo discorso che segnerà l’apertura del IV Congresso dell’associazione che porta il suo nome. L’appuntamento che si aprirà ad Orvieto (la città di Luca) il prossimo week-end (per informazioni visitate il sito www.lucacoscioni.it o telefonate allo 06 689791) avrà come titolo "Dal corpo dei malati al cuore della politica". In questi anni di governo del centrodestra, il fallimento della realizzazione di una "rivoluzione liberale", ci impone più responsabilità e più compiti. Maggiori sono oggi i "corpi malati".
Orvieto sarà quindi la sede di lavoro per capire in che modo battaglie come la legalizzazione dell’eutanasia, la libertà terapeutica, la fecondazione assistita, possano trovare un’urgente accelerazione nei prossimi mesi e irrompere nella campagna elettorale. Come pure il tema delle necessarie liberalizzazioni della ricerca e dell’università, che per guarire devono essere anch’esse "laicizzate" e liberate da "clericalismi". Argomento quest’ultimo posto per primo da Enrico Boselli tra le tematiche caratterizzanti la Rosa nel pugno, di cui l’Associazione Coscioni ha scelto di essere parte. Le nostre saranno forse rose con molte spine per la coalizione di centrosinistra, ma confidiamo che Prodi sappia coglierne alcune. Sarebbe da folli non fare i conti con la maggioranza dell’opinione pubblica che su questi temi abbiamo l’ambizione di rappresentare più delle gerarchie vaticane, e dei loro referenti politici.
Simone Sapienza
Associazione Luca Coscioni