CAPEZZONE
«Sono sulla stessa linea di Boselli»
ROMA - Daniele Capezzone, il socialista e ormai compagno di partito Enrico Boselli dice che la revisione del Concordato non è più una priorità.
Che cosa ne pensa come segretario dei radicali?
«Sono d’accordo con lui quando dice che la "Rosa nel pugno" non lancerà diktat. Ma allo stesso tempo non li accetterà».
Vuol dire che rinunciate a proporre, nel programma dell’Unione, il cambiamento del Concordato e dell’8 per mille?
«Dico soltanto che non lo chiederemo a un popolare come Castagnetti. Come non diciamo al comunista Marco Rizzo di bere Coca-Cola a colazione. Noi, però, continueremo a parlare di quei temi e a dare battaglia».
Ma la Chiesa non può dire come la pensa su determinati argomenti?
«Non vogliamo certamente togliere la parola al cardinale Ruini. Però, se si accettano privilegi come quelli stabiliti dal Concordato o dal meccanismo che regola l’8 per mille, non si può intervenire in continuazione. Ecco perché protestiamo. Lo facciamo da laici, è vero. Ma anche da persone attente alla libertà dei credenti. Se non ci fosse un patto con lo Stato il discorso sarebbe diverso: non sarebbe un problema persino la candidatura di un prete».
Che cosa farete, però, quando vi chiederanno di contribuire al programma dell’Unione?
«Basta, questo del programma è un tormentone. E comunque mentre gli altri non ce l’hanno ancora noi invece ce l’abbiamo. E parla di difesa della laicità dello Stato».
Non si sente a disagio di fronte ai crescenti dubbi per questo tipo di battaglie? Ora anche Bertinotti dice che non è una priorità.
«Io mi sento a mio agio con gli elettori e credo che molti siano dalla nostra parte».
R. Zuc.