Sette anni dopo la protesta di un gruppo di disabili la situazione è la stessa: alle scale non c'è alternativa. Pordenone città "vietata" ai disabili. Numerosi i luoghi pubblici inaccessibili, nonostante le leggi impongano di intervenire. Città senza barriere architettoniche? Un sogno. Dall'iniziativa di sensibilizzazione pubblica sull'argomento promossa da un gruppo di portatori di handicap pordenonesi nel dicembre del '94 (in occasione della giornata mondiale dedicata alle persone con disabilità) sono passati sette anni. «I pochi cambiamenti intervenuti nel frattempo, per l'eliminazione delle barriere, non hanno cambiato nulla, o quasi, rispetto al problema accessibilità»: lo afferma John Fischetti, paraplegico dal '79 a seguito di un incidente stradale, attualmente componente dei consigli direttivi della sezione regionale dell'Associazione paraplegici, della Faip (Federazione delle associazioni italiane dei para-tetrapelgici) e dell'Enil Italia (movimento di liberazione delle persone con disabilità). Fischetti, che tra l'altro svolge attività politica nel movimento radicale, era presente alla manfestazione di quel dicembre '94 a Pordenone. Allora scrisse: «La città è ricca di spazi negati, inaccessibili, impraticabili. E buona parte di questi spazi sono fra quelli che dovrebbero per primi essere adeguati alle norme, poichè sono gli spazi delle istituzioni, degli uffici, dello Stato». Cambiato idea in questi sette anni? «Nient'affatto. I punti di maggiore difficoltà ci sono ancora, tutti lì». La lista è lunga. Si va dal sottopasso della stazione ferroviaria, alla sede della commissione invalidità provinciale nell'area del "Bronx" (insieme ad Ass 6 e prefettura), dagli uffici comunali dell'anagrafe alla questura, dai carabinieri alla sala prelievi dell'ospedale, tanto per citarne alcuni: in pratica tutte quelle strutture che hanno scalinate d'accesso. Un problema che non riguarda soltanto i portatori di handicap, ma anche gli anziani. «L'ex sindaco Pasini - osserva Fischetti - qualcosa aveva fatto, gliene do atto, mentre il suo predecessore era prodigo di pacche sulla spalla ma avaro di fatti. Pasini negli anni dal '94 al '99 aveva messo a bilancio e successivamente avviato i lavori per l'adeguamento del cosiddetto arredo urbano. I marciapiedi erano stati dotati di piccoli scivoli e percorrere la città è divenuto più agevole. Peccato che gli ultimi interventi, forse per il cambio del progettista, non siano stati all'altezza. In particolare e come esempio chiunque può apprezzare l'offensiva inutilità degli scivoli di via Oberdan, di fronte al centro servizi della Friuladria». Sette anni fu chiesto al sindaco di poter contribuire ai lavori della commissione edilizia. Non vi fu risposta. E ora? «Siamo ancora disponibili a collaborare e a discutere, in dettaglio, ogni cosa fatta e da fare. Dopotutto, letteralmente, ne va della nostra vita».