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I craxiani stanno con Silvio

Testo: 

di Stefania Craxi

Il sodalizio tra la “Giovane Italia“ e l’associazione “Free“ è nato spontaneamente, per un evidente identità di analisi della situazione e di progettazione per il futuro e credo che il nostro sodalizio sia destinato a ingrandirsi.
Penso ai radicali che non intendono seguire Pannella nella sua imprevedibile corsa a sinistra che rinnega le tante lotte e i tanti sacrifici compiuti per la liberalizzazione dei nostro burocraticissimi istituti, e anche di tanti socialisti del Nuovo Psi (se De Michelis si lascerà travolgere) che in grandissima maggioranza non hanno alcuna intenzione di fare il salto che si sono rifiutati di fare per più di dieci anni.
Noi vogliamo essere gli animatori di una grande battaglia di libertà e di liberalizzazione che riapra all’Italia la strada della modernizzazione e del progresso. Non c’è economista, non c’è sociologo, non c’è analista del mercato che non faccia risalire il declino dell’Italia ai troppi vincoli, alla troppa burocratizzazione, alle troppe politiche corporative che frenano l’iniziativa privata, spengono sul nascere il desiderio di costruirsi con le proprie mani la propria vita.

Questa battaglia di libertà può essere fatta soltanto alleati con la Casa delle libertà. A quei socialisti che in questi giorni si interrogano se fare il gran salto dell’altra parte, seguendo quel piccolo imbroglio boselliano che è la pseudounità socialista, vorrei ricordare che niente di tutto questo troveranno a sinistra: soprattutto non troveranno verità. Nel genoma del socialismo italiano c’è la sottomissione con il suo discredito, il demartinismo, il giogo politico sfidato dal autonomisti in rivolta contro la colonizzazione. Quel socialismo obbediente può stare a sinistra. Non è il socialismo di Craxi.
Bettino era socialista liberale, innovatore, modernizzatore: del suo progetto politico restano precisamente gli anni Ottanta, che sono oggetto della “damnatio memoriae“ alla quale non ci si dovrebbe piegare. Oggi, vogliono imporre in nome della continuità un Craxi Ogm, transgenico, inventato da chi, come D’Alema, riduce il craxismo che destrutturò il comunismo di Berlinguer, ad accordo di potere e di affarismo. E mentre Craxi faceva opera di ragione politica, loro approntavano il processo sommario che il leader socialista non poteva nemmeno immaginare come la più remota delle possibilità nella democrazia italiana in cui credeva da anni. Il centrosinistra non offre alcuna possibilità di ripresa del socialismo liberale e innovatore.
Il riformismo ha scritto pagine importanti solo quando ha funzionato il confronto costruttivo e l’alleanza politica innovativa fra i cattolici liberali e i riformisti. Si critica la mia scelta. È una scelta che non può essere certo accusata di opportunismo e di convenienza. Io ho preferito una parte, una posizione di cui mi importa poco se sta al governo o all’opposizione e mi importa invece moltissimo che mi consenta di continuare la mia battaglia per la verità, perché Craxi e la sua storia, che è la storia del socialismo rinnovato e vittorioso, non sia sepolta sotto il cumulo delle menzogne che abbiamo dovuto sentire da dodici o tredici anni a questa parte. In archivio c’è posto per il comunismo e per i suoi epigoni. È un Dio fallito di cui si vorrebbe riconoscere non so quali benemerenze, perché in realtà del comunismo restano soprattutto le immani sofferenze che ha inflitto agli sventurati popoli finiti sotto il suo giogo, di cui noi conosciamo le infinite battaglie sbagliate, i ritardi che ha provocato nello sviluppo e nella modernizzazione dell’Italia, la responsabilità di aver fatto dell’Italia l’unico Paese avanzato a non avere un grande partito socialista, le nefandezze perpetrate contro di noi per la conquista del potere, l’unico Dio che i comunisti riconoscono e al quale sono pronti a sacrificare la propria coscienza e la propria morale.
La sinistra che a Milano nega una targa commemorativa a Bettino Craxi e brucia la candidatura a sindaco di Umberto Veronesi non merita la nostra attenzione: i postcomunisti sono ancora i figli di Berlinguer e i padri di tangentopoli e finché non cambierà questa classe dirigente, nessun accordo sarà possibile.
Le idee liberali non albergano in questa sinistra, nessun incontro è possibile con chi non ha neanche il coraggio di presentarsi con la propria faccia, ma con quella di un ex democristiano integralista, nemico del riformismo che si è distinto nella storia del nostro Paese per aver svenduto le aziende di Stato agli amici degli amici o tuttalpiù per aver partecipato ad una seduta spiritica. Questa sinistra, che conservatrice nelle idee, nell’anima, nei programmi, sfrutta ancora un nominalismo ormai vecchio di secoli. Oggi si dice e si scrive spesso che il posto dei socialisti è a sinistra. Ma finché la principale scuola quadri dei Ds vive ancora nella presunzione della loro superiorità morale, non sarà mai più la sinistra che io porto nel cuore.
Nel cuore porto le poche frasi di mio padre che mio padre ha scritto di suo pugno, le ho trovate dopo la sua morte: “In questo processo, in questa trama di odio e di menzogne devo sacrificare la mia vita per le mie idee. La sacrifico volentieri. Dopo quello che avete fatto alle mie idee la mia vita non ha più valore. Sono certo che la storia condannerà i miei assassini. Solo una cosa mi ripugnerebbe: essere riabilitato da coloro che mi uccideranno“.

*Sintesi dell’intervento al convegno Il posto dei Riformisti

Data: 
Giovedì, 20 October, 2005
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AVANTI!
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