Il segretario dei Radicali Capezzone conferma la scelta del «no» nel referendum e illustra una possibile variante
TRIESTE - Un modello americano per il Friuli Venezia Giulia, che semplifichi il sistema dei partiti a due soli schieramenti. Lo chiedono i radicali italiani alla vigilia della campagna referendaria sulla legge elettorale, dove non si limiteranno a votare «no» ma cercheranno di stimolare una riforma che rafforzi il presidenzialismo e il maggioritario. «Questi 30 giorni, al di là di una campagna sbrindellata, possono rappresentare un'importante partita per tutto il Paese. Non lasciamo siano usati dall'Ulivo per colpire il Polo e, viceversa, che la Casa della libertà silenzi il referendum» - spiega il segretario dei radicali, Daniele Capezzone, presente ieri a Trieste assieme ai vertici regionali del partito.
Votare no al referendum non significa per forza appoggiare il «Tatarellum», sistema presidenzialista ma anche partitocratico. «Vogliamo che il Friuli Venezia Giulia diventi uno »stato americano«, dove c'è un partito che governo e uno che fa opposizione. Invitiamo tutti i protagonisti della politica regionale a non sprecare questa occasione» - sottolinea Capezzone rivolgendosi principalmente a Tondo e Illy, probabili avversari diretti nel 2003. Alla bocciatura della legge elettorale, che prevede la sola indicazione del presidente, i radicali vogliono far seguire la discussione di una loro proposta di iniziativa popolare.
«È stata elaborata assieme al costituzionalista Emilio Colombo e prevede l'elezione diretta del presidente e la suddivisione del territorio in collegi uninominali di 20 mila abitanti - illustra il presidente del comitato promotore, Stefano Santarossa - che di fatto porterebbe alla riduzione dei partiti a due schieramenti». Una proposta che intende arginare il possibile ritorno al proporzionale che, secondo Capezzone, si respira un pò in tutte le regioni italiane. «C'è il tentativo di spolpare il potere del governatore; non lasciamo che il capo di un governo, sia esso nazionale o regionale, domani possa essere ricattato dai partiti» - sostengono i radicali che, grazie alla campagna referendaria sulla legge elettorale, cercheranno di portare avanti il tema di un effettivo bipolarismo e difendere le istituzioni dal «dominio dei partiti». In questa direzione s'inquadra l'appuntamento di giovedì 29 agosto, alle 15.30 all'Hotel Jolly di Trieste, con la presenza di Giuseppe Chiaravallotti, presidente della regione Calabria.
pi.co.