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LAICISMO - I furori della Chiesa

Testo: 

Ce lo dicano subito, se dobbiamo uscire solo di notte, approfittando delle tenebre o dagli ingressi sul retro per accedere all’odore della luce.
Ma davvero è in corso una reazione anticristiana nel nostro paese? Ma davvero siamo così scellerati se dissentiamo dal meccanismo dell’otto per mille, dall’insegnamento di religione nelle scuole pubbliche pagato dallo Stato con insegnanti scelti e revocati da loro, dall’ampio sostegno finanziario e urbanistico per le chiese e gli oratori, dagli statuti regionali imbottiti di dichiarazioni sulle radici cristiane e, last but not least, dall’esonero dal pagamento dell’Ici per gli immobili della Chiesa anche quando questi siano adibiti a uso commerciale? A giudicare da questa piccola rassegna, non mi pare che costoro siano cittadini come tutti gli altri. Per questo i devoti dimenticano troppo spesso la differenza profonda che passa tra una Chiesa libera e una Chiesa concordataria come la nostra. Eddai! Che rispetto possiamo avere nei confronti di un soggetto religioso che traduce in favori ciò che contrasta con le basi del nostro ordinamento? Siccome sono stato credente vorrei cercare di capire e spiegare innanzi tutto me stesso.

Laico, lo sappiamo tutti, proviene da una parola greca che significa popolo, e indica appunto uomo del popolo. Laico quindi è uno che parla per l’esperienza che fa e che gli è suscitata dal popolo cui appartiene. È costato un po’ di fatica, tuttavia siamo riusciti a conquistare alcuni valori che non possono venire negoziati: la dignità della persona, la libertà di coscienza, l’eguaglianza, il rispetto dei diritti di tutti e quindi la pace. Insomma, un discreto risultato storico da difendere contro pericolose vampate ideologiche.

Ragion per cui appare naturale tener conto di una libera molteplicità giacché l’individuo diffida istintivamente da ogni forma di autoritarismo. Da un po’ di tempo, invece, accadono cose strambe, assistiamo al furore urtante di una Chiesa che pretende di prescrivere i comportamenti specifici che le istituzioni di uno Stato dovrebbero assumere. In realtà, pensavo che la catastrofica carenza di sacerdoti, il declino della pratica della penitenza, una Chiesa che predica il dialogo ma rimane sempre più isolata, gli ideali femminili stracciati, l’ordinazione sacerdotale, la contraccezione considerata appartenente alla cultura della morte, richiedessero un occhio di riguardo.

Non per farmi gli affari loro, ma sono piccoli cahiers de doléances trascurati sbrigativamente per prediligere l’intramontabile tentazione, poco cristiana, di sottomettere gli individui. Dal referendum sulla legge 40, alla pillola abortiva, passando per i Pacs, la discussione, ovvero la regola laica del libero pensiero, ha provocato un grande spavento a chi sostiene l’identificazione della religione come presidio di leggi naturali che la volontà di potenza dell’uomo mai dovrebbe violare.
È una posizione debole sotto il profilo culturale destinata ad accrescere il rischio del tentativo di usare le istituzioni per puntellare la propria influenza nella società. Difficile accettare che le verità di fede di una religione non possono essere imposte, ma devono entrare nelle coscienze di chi le fa proprie e non coartare quelle degli altri.

Gianfranco Leonarduzzi
Comitato nazionale
Radicali italiani

Data: 
Lunedì, 10 October, 2005
Autore: 
Fonte: 
MESSAGGERO VENETO - Lettere
Stampa e regime: 
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