L’Osservatore interviene sulla sperimentazione della Ru486 a Torino. Divisi bioetici e politici
ROMA - «Un atto contro la vita, ancora una volta la scienza viene messa al servizio della morte». Non usa mezzi termini L’ Osservatore Romano condannando in maniera nettissima la ripresa della sperimentazione in Piemonte della Ru 486, la pillola abortiva. Un giudizio molto duro, che divide politici e scienziati. Non demorde Silvio Viale, promotore della sperimentazione. «Stupisce l’accanimento e non si capisce perché deve essere preferita la situazione sudamericana, dove l’aborto è vietato, ma dilaga quello clandestino piuttosto di quella dei Paesi europei dove ognuno è libero di scegliere». L’ Osservatore Romano parla anche di «crudele e ipocrita cultura di morte» mentre per Viale si tratta di una tecnica medica alternativa all’intervento chirurgico. E il quotidiano del Vaticano reintroduce anche il tema della legge sull’aborto. «Quando venne approvata la 194 si disse che l’interruzione volontaria della gravidanza non doveva essere considerata "mezzo di contraccezione". Ora la ripresa della sperimentazione della Ru 486 a Torino torna a svelare cosa stava dietro a tali affermazioni. Si vuole che l’aborto diventi sempre più facile contraccezione, la più tragicamente efficace: si è ormai arrivati ad un tale oscuramento delle coscienze da ritenere atto di libertà l’uccidere il più indifeso degli innocenti».
GLI SCIENZIATI - Pareri contrastanti al Comitato di Bioetica. Il vicepresidente Mauro Barni non si stupisce di questa «ennesima presa di posizione da parte dell’ortodossia cattolica, io la vedo in modo diametralmente opposto. C’è una legge sull’aborto che non specifica quali metodi usare e quindi ogni procedura che permette di realizzare questa possibilità dovrebbe essere ammessa soprattutto se più sicura per la donna. Credo che non si debba vedere nella reintroduzione della Ru 486 nessun pericolo». Invece la neuropsichiatra infantile, la cattolica Paola Binetti, una dei promotori del no al referendum sulla procreazione artificiale e membro del Cnb, si riconosce nella linea dell’ Osservatore pur ammettendo che la pillola «rende più facile l’interruzione di gravidanza, cosa consentita dalla legge, probabilmente con meno traumi per la donna». E da tecnico parla Giuseppe Del Barone, presidente della Federazione degli Ordini dei medici. «E’ indubbio che l’aborto sia un atto contro la vita, ma se la sperimentazione avviene in ospedale è corretta perché può sostituire un intervento chirurgico più rischioso».
I POLITICI - La sperimentazione della pillola, che ricomincerà lunedì, era stata bloccata il mese scorso con un’ordinanza del ministro della Salute Storace e poi riammessa dopo che il Comitato etico della Regione Piemonte aveva approvato un nuovo protocollo. Da parte sua Storace assicura che non «ci sarà ostruzionismo». «Ho chiesto la presenza di un medico vicino alla donna al momento dell’aborto. Dopo di che sono pronto ad una procedura veloce». Divisi i politici. Barbara Pollastrini (Ds) parla di «toni e contenuti duri, anacronistici e punitivi da parte delle autorità ecclesiastiche» e qualifica come «gravissimo» l’attacco dell’organo della Santa Sede. Dall’altra parte Riccardo Pedrizzi (An) plaude all’ Osservatore Romano e sottolinea che la Ru 486, e la pillola del giorno dopo, sono «pesticidi anti umani». Il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi difende la 194, sottolineando che «non favorisce in alcun modo una sorta di larvata contraccezione ed è del tutto omogenea ai contenuti oggettivi dell’etica cattolica». Mentre il segretario dei Radicali Daniele Capezzone ricorda che «grazie alla legalizzazione c’è stato un calo degli aborti legali del 44% e un crollo di quelli clandestini del 79%».
Margherita De Bac