Marco Taradash spiega i termini dell’accordo raggiunto insieme a Della Vedova e Calderisi con Silvio Berlusconi
L'intervista
di Barbara Alessandrini
Terminata la fase di consultazione con Benedetto Della Vedova e Peppino Calderisi, Marco Taradash annuncia il via libera di Silvio Berlusconi al loro progetto di dare corpo nella Cdl ad un’area che interpreti le tradizionali istanze laico-radicali.
Finalmente sembra che qualcosa sembra si stia muovendo per i laici liberali nel centrodestra. Lei, Benedetto Della Vedova e Peppino Calderisi avete appena avuto un incontro con Berlusconi. Si concretizza la possibilità di creare un’area laico-liberale all’interno della Cdl alternativa a quella che stanno tentando di costituire nel centrosinistra?
Berlusconi ha convenuto con noi sulla necessità che proprio in questa fase che precede l’avvio della campagna elettorale si dia corpo ad un’iniziativa di matrice radicale e liberale, come quella da noi proposta.
Quali sono i connotati distintivi di questa nuova iniziativa?
Il nostro movimento laico-liberale si incardina su alcuni imprescindibili punti. Innanzitutto la fiducia nell’"Impero americano" come garanzia di libertà e democrazia per tutto il pianeta e il conseguente sostegno nei confronti di tutte le azioni di democratizzazione degli stati autoritari; la fiducia nel libero mercato e nelle sue potenzialità di ridurre le disparità di diritti fra le persone e fra i popoli, insomma concorrenza e globalizzazione come fattori di giustizia sociale e libertà; per ultimo, ma non meno importante, riponiamo fiducia assoluta nell’individuo, nella sua responsabilità morale e nella sua capacità di scelta di fronte alle questioni di coscienza.
La possibile convivenza nella Cdl non sarà una passeggiata ed esalterà le diversità tra voi e le componenti cattoliche del centrodestra. Non c’è il rischio che la presenza radicale nella Cdl si concentri sul liberismo economico perdendosi per strada le battaglie laiche sui diritti civili?
Nello scontro politico italiano confermiamo la nostra condivisione di fondo delle politiche della Cdl, sul fronte economico, della politica estera, della giustizia, anche se con accenti diversi. Quanto al conflitto sulle libertà civili, è prevedibile che in una certa misura ci sarà, come c’è a sinistra, ed è salutare. Per cultura ritengo che il conflitto sia un fattore di crescita, libertà e responsabilizzazione. E noi saremo sul campo a batterci per riorganizzare quella cultura laica e liberale (non la chiamo “di destra“ a differenza di Francesco Merlo) che, erroneamente, si pensa sia dispersa.
Rappresenterete la risposta a chi vedendo nella sinistra l’unico bastione a difesa dei diritti civili, si domanda, con soddisfazione, dove siano i laici di centro destra…
Iniziamo a fare dei distinguo. Prendiamo l’esempio dei Pax. La versione di sinistra è puramente assistenzialista partendo dall’assunto che il fatto stabilisca il diritto. Nulla di più errato. Per noi due persone devono assumersi obbligazioni reciproche per maturare dei diritti davanti allo Stato. Siamo d’accordo con il pieno riconoscimento delle coppie di fatto, specie quelle gay che non hanno l’alternativa del matrimonio, ma è inconcepibile che due persone si mettano insieme soltanto per avere la pensione di reversibilità.
Che succederebbe nel caso in cui il nuovo Psi dovesse rompere con l’Unione? Tra i laici- liberal- riformatori si aprirebbe uno spazio anche per i socialisti e per i Radicali andati nel centrosinistra?
Non mi lancio in previsioni. Direi che al momento per noi l’obiettivo principale è di cominciare ad esistere nella Cdl con un’azione politica che rispecchi ciò che siamo e rappresentiamo. Il che non esclude, in futuro, momenti di incontro e dialogo.
E come la mettiamo con la legge proporzionale su cui la Cdl ha trovato l’accordo e di cui lei è stato un deciso avversario?
Siamo in una fase in cui preferisco limitarmi ad esprimermi su materie in cui possiamo avere influenza. Le mie personali convinzioni non sono mutate da quando ho partecipato alla campagna per l’abolizione del proporzionale, per cui ritengo il Mattarellum indifendibile. Ma ancor più indifendibile e profondamente ipocrita la posizione della sinistra che dopo aver lanciato l’allarme contro il rafforzamento dei poteri del primo ministro, e quindi del bipolarismo, oggi lancia grida d’allarme, con argomenti contrari, contro la modifica della legge elettorale.