Il leader dell’Unione: Fini o Casini? Berlusconi è l’avversario più forte
«Con loro divergenze fortissime sul programma»
ROMA - I Giovani Socialisti gli regalano un corno d’oro lungo quasi mezzo metro come portafortuna. Romano Prodi, invece, non fa regali e, pur sapendo di dar loro un dispiacere, tira il freno a mano sull’ingresso di Pannella & C. nell’Unione: «Con i radicali ci sono state, in passato, fortissime differenze sui programmi. Non possiamo minimamente pensare di andare al governo con piattaforme diverse: questo è l’aspetto da discutere e approfondire tutti insieme». Non è una bocciatura, non ancora perlomeno: il leader dell’Unione rinvia l’argomento al prossimo vertice di coalizione, che si annuncia piuttosto vivace (eufemismo prodiano: «Sarà un dibattito aperto»).
Diffidente, comunque, lo è, il Professore, che pone paletti, misura le parole, ripete che il via libera sui radicali «verrà preso sulla base dei contenuti programmatici». I precedenti giocano a sfavore di Pannella: alla vigilia delle Regionali, Prodi fu tra i più convinti nel bocciare l’ipotesi di un accordo elettorale.
DIFFIDENZE - Pomeriggio socialista al Residence di Ripetta, nel cuore di Roma. Più di un centinaio i giovani dello Sdi che tempestano di domande il leader dell’Unione, facendo brillare gli occhi al segretario Enrico Boselli che ricorda i tempi non lontani di quando dichiararsi socialista era considerato praticamente un reato. Tutto liscio fino al momento in cui il moderatore, Giovanni Floris, introduce l’argomento radicali. Boselli, che da mesi punta tutto sulla nascita di una casa comune con il Nuovo Psi di De Michelis e con la famiglia dei pannelliani, intuendo la mala parata, cerca scherzosamente di neutralizzare l’affondo («Passiamo alla seconda domanda» dice), ma è tardi. Il Professore parte con un distinguo: bene, benissimo, dice, l’unità fra i socialisti, «cosa necessaria e indispensabile», ma sui radicali «dobbiamo ancora lavorare molto», «qualsiasi decisione dovrà essere proiettata sul futuro» e, tanto per far capire qual è il suo stato d’animo, sfodera un ricordo di quando era a Bruxelles: «Al Parlamento europeo sparavano tanti di quegli attacchi alla Commissione...».
APERTURE - Boselli, costretto sulla difensiva, cerca di dare una prospettiva diversa alla questione, facendo presente che «è molto importante per noi costruire una formazione politica laica, libertaria, radicale e socialista». Come dire: il problema non è tanto l’ingresso di Pannella & C., ma l’adesione all’Unione di una nuova forza.
E quando Floris stuzzica Prodi, chiedendogli come immagina un incontro tra Capezzone e Mastella, Boselli s’infila come un gatto: «Beh, se è per questo, io vedo tutti i giorni Mastella e Diliberto...». Partita ancora da giocare. I radicali stanno alla finestra. Il segretario Capezzone è convinto che «un’iniezione laica non potrà che giovare al centrosinistra» e mostra comprensione per i travagli dell’Unione: «E’ naturale che vi siano punti di partenza diversi».