UDINE - «La legge elettorale proporzionale con lo sbarramento del 5% e indicazione del presidente , suggerita dal forzista Roberto Asquini e che gode del favore dei democristiani dei due poli rappresentati in consiglio regionale, rappresenta l'ulteriore tentativo dei formazioni politiche, vecchie e nuove, di rimanere ai vertici del potere partitocratico che da quarant'anni controlla la nostra Regione».Lo ha ribadito ieri il portavoce regionale dei radicali, Stefano Santarossa.
«La prospettata soluzione confermerebbe il Friuli-Venezia Giulia come l'unica regione in cui è presente una legge elettorale proporzionale caratterizzata da giunte regionali deboli, con interminabili mesi trascorsi a trovare accordi sugli assessorati, con maggioranze che nascono dopo le elezioni con accordi poco limpidi. Mentre i nostri consiglieri regionali sono impegnati a trovare la formula tale da consentire una rielezione in consiglio regionale, i radicali propongono per il Friuli-Venezia Giulia una legge elettorale uninominale con l'elezione diretta del Governatore seguendo il modello americano o svizzero.
Si tratta di un progetto di Regione-Stato "americana" (con Presidente-Governatore e Deputati-Consiglieri eletti con sistema uninominale maggioritario a turno unico -due o tre partiti, chi vince governa, e l'altro o gli altri a casa-), con fortissime integrazioni di democrazia diretta referendaria sul modello svizzero».
«Contro le controriforme neoproporzionaliste provenienti dai due poli - sono ancora parole di Santarossa - i radicali propongono una proposta di Statuto che prevede:
1.l'elezione diretta uninominale a un turno del Presidente della Giunta regionale;
2.l'elezione dei consiglieri regionali con sistema uninominale maggioritario a turno unico;
3.l'iniziativa popolare legislativa, con la quale una frazione della popolazione può formulare una proposta di legge da porre obbligatoriamente all'ordine del giorno del Consiglio regionale, che può approvarla oppure respingerla, sottoponendola in questo modo al voto popolare;
4.il referendum legislativo e amministrativo sospensivo facoltativo, con il quale una frazione della popolazione può richiedere entro un dato termine, a partire dal giorno di adozione di una legge o di un atto amministrativo, lo svolgimento di una consultazione popolare per approvare o respingere l'atto approvato dal Consiglio;
5.il referendum finanziario obbligatorio, in base al quale la Giunta regionale è tenuta a sottoporre al giudizio degli elettori la legge di bilancio e la ratifica delle emissioni di debito pubblico regionale.
Questo è il percorso che può liberare le Regioni dalla prospettiva di continuare ad essere articolazioni ancora più inefficienti della burocrazia centralista e romana, e insieme assicurare a ciascuna di esse la possibilità di competere con le altre, così come con gli altri sistemi regionali europei».