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Un laico-liberale alle primarie del centrodestra

Testo: 

di Arturo Diaconale

Se i liberali vogliono conquistare un minimo di spazio nel panorama politico italiano non debbono far altro che presentare un proprio candidato alle primarie del centro destra. Non per competere in alcun modo con Silvio Berlusconi e con gli altri leader della Cdl. E neppure per seguire Marco Follini lungo a strada della progressiva delegittimazione del Cavaliere. Ma per marcare una presenza che mai come in questo momento può risultare decisiva per le sorti dell’attuale coalizione di governo e della stessa democrazia italiana. Non si tratta, quindi, di candidare un liberale alle primarie per mettere in discussione la leadership di Berlusconi che rimane e deve rimanere assolutamente fuori discussione. Il Presidente del Consiglio continua ad essere il solo ed unico esponente del centro destra in grado di tenere unita la coalizione e di non far svanire la speranza che la partita elettorale del prossimo anno sia persa in partenza. Rinunciare ad un vantaggio del genere sarebbe folle.

Ed ha perfettamente ragione Gianfranco Fini quando lascia intendere che in questa chiave le primarie del centro destra non sono un modo per mettere in discussione il ruolo del cavaliere ma solo per svolgere una sorta di pre-campagna elettorale tesa a preparare al meglio lo scontro della prossima primavera. Si tratta, invece, di candidare un liberale alla competizione interna alla Cdl per dimostrare praticamente e concretamente che l’area laica e liberale del centro destra esiste , è viva e vitale e può rappresentare l’arma in più per tenere un confronto almeno alla pari con lo schieramento avversario. Questa considerazione appare quasi scontata se rapportata al fenomeno in atto della transumanza a sinistra del Nuovo Psi di Gianni de Michelis e Bobo Craxi e la scelta di Marco Pannella ed Emma Bonino di offrire la foglia di fico radicale alla bruttura dell’ennesima riunificazione socialista fatta all’ombra dei post e dei catto-comunisti. Si può criticare il fenomeno quanto si vuole. E le ragioni sono infinite.

Ma non si può negarlo. All’interno del centro sinistra si va delineando un’area che si definisce laica, liberale e socialista e che può costituire un punto di riferimento per quella massa di elettori laici, liberali e riformisti che fino ad ora hanno votato per il Cavaliere. Il fenomeno in atto nel centro sinistra, in altri termini, provoca un vuoto nel centro destra. Quegli elettori laici, liberali e riformisti che non hanno alcuna intenzione di passare al nemico perché vogliono difendere le proprie idee e non conservare le proprie poltrone, rischiano di essere privi di punti di riferimento. Un liberale alle primarie può aiutare a colmare questo vuoto.

Data: 
Martedì, 27 September, 2005
Autore: 
Fonte: 
L'OPINIONE
Stampa e regime: 
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