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Asse radicali-socialisti, intoppi nell'Unione

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IL «NUOVO SOGGETTO POLITICO» Dalla convention di Fiuggi emerge il progetto di Federazione che aderirebbe al centrosinistra

Pannella: passo importante. Margherita e Verdi di traverso. Resistenze anche nel nuovo Psi

Roma
NOSTRA REDAZIONE

Non si tratta solo di unità socialista, ma di «una nuova cosa, un progetto con una precisa identità»: Marco Pannella, Emma Bonino e Daniele Capezzone per i radicali da un lato, Enrico Boselli per lo Sdi dall'altro, riassumono così il senso della convention svoltasi per tre giorni a Fiuggi, dove Sdi e radicali hanno gettato le basi per un nuovo soggetto politico federato: «Radicali italiani e Socialisti uniti - commenta Boselli - possono costruire in Italia una novità politica di notevole rilievo».

Tuttavia, si aprono subito alcuni problemi: nel Nuovo Psi non tutti sembrano disposti a sacrificare l'alleanza con la Cdl sull'altare della riunificazione socialista, nell'Unione alcuni (come Udeur e Margherita) guardano con molto sospetto al possibile ingresso dei radicali nella coalizione guidata da Prodi. E sono i contorni politici di questa «nuova cosa» a suscitare qualche imbarazzo e incomprensione. A Fiuggi, per esempio, Fassino (Ds) dice che sono ormai maturi i tempi per superare «le divisioni della storia» e per lavorare, dopo le elezioni del 2006, all'obiettivo «dell'unità della sinistra italiana nel segno del riformismo e del socialismo», traguardo che il leader della Quercia vede «a portata di mano». Immediata la messa a punto dei radicali: «Non credo -afferma Emma Bonino, che parla dopo il segretario Ds - che si tratti solo di una recuperata unità socialista: credo che si tratti di più, di più ambizione». E Pannella aggiunge: «Non è stato fatto un piccolo passo, ma un passo importante e necessario. I giornali cercano di ridurlo a quello che i socialisti non vogliono, un fatto di ricostituzione interna. I poteri forti hanno questo atteggiamento, non è la prima volta, è la dimostrazione che ciò che si è costruito e si è deciso qui, con un programma scritto, è proprio quello che ci vuole». Capezzone fa il punto: «Questa non è e non può essere l'unione dei socialisti e poi dei radicali e poi non si sa. Qui c'è un fatto politico nuovo: socialisti e radicali vogliono fare una cosa. È un progetto nuovo al cento per cento socialista, al cento per cento radicale, al cento per cento liberale. Credo che dovremo fare un grande sforzo per difendere l'identità di questo progetto che in questa fase è un arricchimento per l'Unione».

Ma non tutta l'Unione è d'accordo: Margherita e Verdi entrano in allarme. «È impossibile immaginare un accordo programmatico, per la natura stessa dei radicali che non li rende inseribili in una coalizione di governo», mette sull'avviso Franceschini (Margherita). I Verdi temono il filoamericanismo dei radicali e chiedono un «confronto programmatico rigoroso su temi come il ritiro dei soldati italiani dall'Iraq, il superamento delle politiche neoliberiste sul lavoro e il welfare sociale».

Bobo Craxi (Nuovo PSi) trae altre conclusioni: «Il passo da fare è quello di ritirare la delegazione dal governo. Il segretario si attarda a prendere questa decisione: è l'unica distanza che resta tra me e De Michelis», dice.

R.R.

Data: 
Lunedì, 26 September, 2005
Autore: 
Fonte: 
IL GAZZETTINO
Stampa e regime: 
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