You are here

LA LEADER DEL PR Emma e i dubbi dell’Unione

Testo: 

DAL NOSTRO INVIATO
FIUGGI - Emma Bonino ha sentito il bisogno di ricordare a Fassino che a Fiuggi non finisce solo la diaspora socialista. Nasce un soggetto nuovo con i radicali. «La mia sensazione è che la ritrovata unità dei socialisti sia cosa buona e giusta, ma non l’aspetto principale. Noi abbiamo lavorato per vario tempo con l’intento di dar vita a una novità assoluta, un fenomeno inedito nel panorama politico».
Il problema però è se la presenza dei radicali è ben accetta nel centrosinistra. C’è già chi dice, come Mastella, o loro o noi. La Bonino non sembra preoccuparsene. Si rende conto «che sarà una corsa a ostacoli». Si aspetta di sentir coniare «etichette come tricicli, bicicli e cose del genere per sminuire. Ma questo è il politichese. La gente non lo capisce, è un linguaggio che non scalda i cuori. Noi vogliamo andare dritti ai problemi che interessano le persone, giustizia, economia, no al liberismo selvaggio».
Si tratta di vedere quali saranno i possibili spazi di manovra. Come verranno accolte le idee dei radicali a sinistra. Ma anche qui la Bonino non si scompone e ribatte che «i radicali hanno una presunzione», quella di scorgere in anticipo la direzione verso cui evolve la società. «È così da trent’anni, dalla legge sul divorzio. Partiamo con battaglie che all’inizio pochi condividono. Quando poi le vinciamo ci si accorge che abbiamo fatto bene. Il nostro destino è avere ragione a posteriori».
Pannella parla di poteri forti schierati contro i radicali. In un certo senso prefigura che avere ascolto in seno a una coalizione molto composita non è facile. Facile no, dice la Bonino, ma possibile perché il centrosinistra è una formazione pluralista. «Forse non si è compreso bene a cosa abbiamo dato vita a Fiuggi. Noi siamo portatori di un’innovazione. È nato un laboratorio di idee sulle quali vogliamo chiedere il giudizio dei cittadini. I diritti civili sono o no una questione che sta a cuore a tutti? E i diritti sociali, il caro vita, il diritto dei malati a vedere la ricerca scientifica progredire liberamente, nella speranza di nuovi rimedi?». Nemmeno l’atteggiamento verso la Chiesa sembra alla Bonino un ostacolo, perché i radicali «sono molto rispettosi della Chiesa. Non ce la siamo mai presa col Vaticano come simbolo religioso. La nostra laicità non vuole ferire i credenti. Non ci convince il comportamento della gerarchia ecclesiastica, la sua interferenza continua, la sua morale antiquata. Nonostante le mille difficoltà che dovremo affrontare io credo che la bussola del tempo volga a favore di noi laici radicali».

Data: 
Lunedì, 26 September, 2005
Autore: 
Fonte: 
CORRIERE DELLA SERA
Stampa e regime: 
Condividi/salva