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Quell’idea di cristianità in un mondo che cambia

Testo: 

di GIANFRANCO LEONARDUZZI*

Sono circa un milione le coppie di fatto in Italia che aspettano di vedersi riconosciuti i diritti di poter disciplinare liberamente i vari aspetti del loro rapporto.
Un’eventuale approvazione della proposta di legge, peraltro presentata anche dai radicali nel 2002, consentirebbe ai cittadini una scelta più libera nell’organizzazione della propria vita, attraverso una forma riconosciuta dallo Stato che obbedisca a regole precise e che abbia lo scopo di predeterminare gli aspetti patrimoniali e non patrimoniali che riguardano l’unione. Nulla di scandaloso, tanto è vero che l’articolo 3 della Costituzione è irremovibile rispetto alla dignità dei cittadini.
Eppure, quasi a riscattare un 20 settembre di 135 anni fa, il rappresentante politico di un altro Stato ci ammonisce su alcune proposte legislative in materia di coppie di fatto. È come se al ministro Calderoli venisse in mente di imporre la devolution all’interno dello stato della Città del Vaticano: rischierebbe l’immediato ricovero per istigazione all’evasione costituzionale di uno Stato sovrano, oppure cadrebbe in eresia. Purtroppo c’è poco da scherzare, giacché a giudicare dai toni del presidente della Cei, pare di esser tornati al linguaggio di Bonifacio VIII e le sue condanne contro «le possanze laiche della terra». Si riaffaccia il soprassalto controriformatore già rodato ai tempi del referendum sulla legge 40, quell’agitazione spropositata che metteva in luce l’inadeguatezza del corredo etico-politico di una religione lontana dalle problematiche della società contemporanea, più incline agli appetiti da primato nella vita politica di un Paese, che impegnata a comprendere la realtà che cambia, manifestando insofferenza all’ascolto verso le ragioni dell’altro.
Una Chiesa altezzosa, che diffonde un fanatismo che non è cristianesimo, ma un’appartenenza in polemica con altre culture. Questa parte attiva del mondo cattolico organizzato sta facendo della difesa dei costumi la propria bandiera e la propria ragion d’essere, ma questa neo-teocrazia cozza clamorosamente con il diritto dell’individuo che rimane quello di una libera scelta di vita nei limiti delle leggi che ci si è liberamente e laicamente dati.
Due persone di sesso diverso o anche dello stesso sesso che decidono di condividere la propria vita, nell’amore, nel reciproco sostegno e nell’affetto, obbediscono al comandamento di amore di Cristo secondo le inclinazioni naturali per cui furono creati. Interferire sulle iniziative giuridiche di uno Stato laico, così violentemente come ha fatto Ruini, dimostra una mancanza di comprensione verso una realtà che cambia e insofferenza all’ascolto verso le ragioni dell’altro. Allora, questa idea di cristianità non può che far parte di una propensione alla chiusura di una religiosità triste e cupa che pone l’accento sul concetto di peccato al punto da strumentalizzare la fede per fini meramente politici.

*Comitato nazionale di Radicali italiani

Data: 
Giovedì, 22 September, 2005
Autore: 
Fonte: 
MESSAGGERO VENETO - Udine
Stampa e regime: 
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