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Intervista a Peppino Calderisi: “La sfida per la modernità? Solo nella Cdl“

Testo: 

Peppino Calderisi conferma le consultazioni con Taradash e Della Vedova. Forse una lista laica

di Barbara Alessandrini

Appartenente ai radicali storici, ma, precisa, “attualmente iscritto al partito transnazionale e non a quello dei radicali italiani“, Peppino Calderisi premette così di distinguersi dal gruppo dei ‘pochi ma buoni’ radicali fuori linea, Benedetto Della Vedova e Marco Taradash. E conferma le voci sulle sue quotidiane consultazioni con gli ex compagni di partito nella prospettiva di un’iniziativa politica con il centrodestra.

Vi siete appena seduti intorno a un tavolo e già partono i distinguo di laica tradizione?
Soltanto se si parla di scissione dal partito radicale, che non mi riguarda. Altro è la valutazione della necessità di un movimento e di un’iniziativa politica che contribuisca alle riforme liberali e liberiste necessarie per competere a livello internazionale e a reggere la sfida dell’euro. E l’unica possibilità di apportare queste modifiche strutturali è all’interno della Cdl.

Ed è lì che invece Pannella ha stretto patti. Anche se il veto mastelliano è sempre più perentorio…
Dopo ben dieci anni Pannella si è deciso ad agire all’interno di uno dei due schieramenti. Scegliendo quello sbagliato, il più alieno rispetto ai valori e alle battaglie radicali. In politica estera, economica, sulla giustizia. Per non dire del legame del centrosinistra con i sindacati. In questo paese a dare una valutazione positiva dei provvedimenti in chiave liberal-liberista, per altro invocate anche da Monti, non devono più essere, come sottolinea Panebianco, soltanto piccole minoranze bollate come liberisti selvaggi. Io stesso e Taradash nel ’95, comprendendo la propensione del polo verso le riforme liberali, spingemmo affinché il partito radicale si collocasse in quella che allora era un’autostrada a diciotto corsie.

Pensa che le ultimissime sortite di Pannella in cui sollecita l’impegno dello Sdi siano una correzione di rotta? Tanto più che non sembra aver accolto con fastidio la vostra iniziativa.
Non so cosa accadrà ma Pannella sottopone allo Sdi la preoccupazione che in quel partito non si riesca ad esercitare una forza adeguata. Deve però essere consapevole che quando i radicali scenderanno in campo con l’Unione l’incompatibilità della tradizione radicale con la sinistra spingerà molti loro elettori a valutare più fisiologica una collocazione nella Cdl.

Pensa che avreste vita più facile di quella dei radicali nell’Unione?
Assolutamente no. Ma occorre tentare di fronte alla urgenza di rafforzare la cultura modernizzatrice del paese. La sfida è quella di creare un movimento che spinga in tale direzione.

Questo progetto avrebbe maggiore appeal se esteso oltre i confini del giardino dei radicali ‘fuori linea’?
L’obiettivo è di creare un’aggregazione di laici e riformisti per recuperare la fiducia dei tanti delusi dalla Cdl. Anche se siamo di fronte ad una campagna di regime ingiusta nei confronti dei risultati del governo. Che ha pur sempre operato in un quinquennio di fuoco, mandando a segno svariate riforme.

Pensate ad una lista?
Oggi non è questo in discussione. L’obiettivo non è l’assemblaggio di piccole sigle ma far capire al paese la necessità di incidere sulle prospettive di crescita e sviluppo.

Data: 
Mercoledì, 7 September, 2005
Autore: 
Fonte: 
L'OPINIONE
Stampa e regime: 
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