I radicali vanno avanti, obiettivo elettorale 5% alleanza laica e riformista con Sdi e Nuovo Psi
di Andrea Cangini
ROMA – Che, sotto le insegne prodiane, nascerà un partito frutto dell'unione tra i socialisti dello Sdi (da sempre nel centrosinistra), i socialisti del Nuovo Psi (da quattro anni nel centrodestra) e i radicali (da dieci anni fuori dal parlamento), sembra inevitabile. Così come, dice Marco Pannella, sarà inevitabile che Berlusconi, per contenere i danni, decida di presentare comunque alle elezioni «una lista liberal-radicale e una lista socialista».
Lo crede anche il segretario dei Radicali italiani, Daniele Capezzone. Soprattutto dopo che, in qualità di membro della Direzione radicale, Benedetto Della Vedova ha annunciato il proprio dissenso dalla linea indicata da Pannella e Bonino. È dunque a lui, a Della Vedova, che Capezzone pensa quando auspica che «gli amici radicali si dimostrino ambiziosi e non accettino di essere oggetto anziché soggetto». L'obiettivo elettorale dell'iniziativa social-radicale è raggiungere quota 5%.
L'obiettivo politico è creare un partito inequivocabilmente laico e riformista. Dice Capezzone: «Non parliamo di un'intesa elettorale ma di un progetto politico che avrà in Blair, Zapatero e Loris Fortuna (il dirigente del Psi estensore della legge sul divorzio, ndr ) i suoi modelli di riferimento in un Paese di crociati e di aspiranti tali».
Aggiunge il leader dello Sdi, Enrico Boselli: «Stiamo lavorando a una piattaforma programmatica comune per dare voce all'Italia laica e moderna che sembra aver perso il diritto alla rappresentanza in Parlamento». Inutile dire che l'operazione politica viene guardata con una certa insofferenza dai centristi dell'Unione. Non è un caso, infatti, che, nel corso di un dibattito alla Versiliana con Pannella e Boselli, ieri il capo dei deputati della Margherita, Pierluigi Castagnetti, abbia chiesto ai radicali di aderire «pregiudizialmente» al centrosinistra e di sottoscrivere il Progetto per l'Italia stilato da tutti i leader dell'Unione. Progetto nel quale, ha voluto precisare Castagnetti, «non ci sono assolutamente concessioni allo zapaterismo».
Il confronto si annuncia interessante, dunque. Perché se Pannella assicura che il nuovo partito si batterà a favore dei Pacs e dell'eutanasia, Capezzone chiede «a Prodi e all'Unione risposte chiare sulla droga, sull'amnistia e sulla possibilità di candidare Adriano Sofri». Pannella dice d'essere «determinatissimo a condurre queste battaglie con i compagni socialisti». Capezzone aggiunge che «non abbiamo alcuna intenzione di ridurci a un cespuglio e per questo chiediamo garanzie sul programma anche per quanto riguarda la ricerca scientifica».
A Prodi, ora, l'onere della risposta. Di moderazione e radicalismo ha parlato ieri sera, nel corso di un dibattito a Cortina d'Ampezzo, Fausto Bertinotti (Prc): «Uno – ha detto – coltiva sempre l'ambizione di essere moderato, perché anche nella mia condizione non c'è nessuna esibizione di radicalismo nemmeno estetico del gesto, e l'ambizione di avere una moderazione è giusta». A un giornalista che gli ha chiesto se accetterebbe di diventare il punto di riferimento politico di una nuova borghesia illuminata ha risposto: «Di borghesia illuminata non se ne vede in giro. Rischiamo di morire sotto una borghesia con grandi famiglie in declino e senza più industrie di Stato, ormai dissolte. L'illusione di costruire una borghesia stile nord-est, aggressiva sulla competizione... Attualmente c'è molto fango, ma non si vedono più bandiere. La politica – secondo Bertinotti – deve alzare la sfida e io so farlo per la mia gente, che non è la borghesia, ma il nuovo e vecchio proletariato».