In tv il presidente della Provincia spara a zero: «Impacchettiamo gli immigrati e rispediamoli a casa»
Giacca blu e maglietta azzurra. È la serata del presidente della Provincia Elio De Anna che si presenta al tg di Telepordenone per commentare i drammatici atti di terrorismo a Londra. Si capisce al volo che sta per esplodere. Il direttore Gigi Di Meo non fa in tempo a fare la prima domanda che De Anna è già un fiume in piena. E va giù durissimo, al punto che lo stesso Di Meo non parla, forse sorpreso dall´attacco sferrato dal presidente.
Nel mirino finiscono i terroristi, ma anche gli extracomunitari in particolare gli islamici. Non c´è grande distinzione, sembra che De Anna spari nel mucchio. «Basta buonismo che ha portato al lassismo - attacca - anche di qualche prete che va alle marce con i crocefissi sul petto. E quelle bandierine(non lo dice ma si riferisce a quelle della pace ndr.) servono il più delle volte per pulirsi il c...».
Si potrebbe pensare ad una crisi emozionale dopo aver visto quanto accaduto a Londra, ma è lo stesso De Anna a spiegare che in quel momento è razionale. «Dopo Stati Uniti, Spagna e Inghilterra - va avanti - presto toccherà all´Italia. E quello che sto dicendo non è legato all´emozione dei fatti. Basta con questi immigrati fatti venire da noi dagli imprenditori a lavorare senza un mestiere. È manovalanza, cresciuta a dismisura per la necessità di sanare la clandestinità. Facciamo lavorare i nostri ragazzi, non è una vergogna svolgere lavori manuali. È scontato che chi viene da noi debba rispettare la legge. Ma queste persone devono anche imparare a rispettare i nostri usi, costumi, tradizioni, la nostra religione e il crocefisso. Via i veli, via il burkqa, devo dare ragione al sindaco di Azzano. Se vogliono pregare preghino pure in cantina, come facevano i nostri emigranti, non nelle moschee che dovremmo pagare noi. Come cittadino, ma anche come presidente della Provincia, non posso mettere in discussione la sicurezza per una integrazione che non c´è e non ci sarà. Si è tanto scritto e detto delle bombe atomiche che ci sono ad Aviano. Bene, meglio le bombe atomiche che il terrorismo». Ma non è ancora tutto. Il presidente oramai è lanciato. «Siamo arrivati a questo punto perchè siamo stati tolleranti, troppo tolleranti. Voglio ripeterlo, l´integrazione non c´è, non ci sarà e non la vogliono. E chi invece la vuole, come magari chi pretende un sistema multiculturale, se ne prenda in casa due o tre di questi immigrati. Si nasce uguali, ma non si diventa uguali - va avanti con il tono della voce sempre più alto - perchè se io prendo il sole mi abbronzo, ma non divento nero. Ebbene, basta tolleranza si impacchettino e si rispediscano a casa». L´ultimo affondo è per i giudici. «Siamo arrivati al paradosso che quando vengono presi dei terroristi non solo vengono liberati, ma addirittura si cerca di inquisire quelli che li hanno catturati. Così non va. I giudici non devono contestare la legge, devono applicarla. Se non sono d´accordo si levino la toga, si mettano in fila, senza spingere, e si facciano eleggere in Parlamento. Prima però si levino la toga».
Sono trascorse 48 ore dalle "esternazioni" del presidente a Tpn, ma il suo giudizio non cambia. «Ho detto quello pensavo - ha commentato ieri - e oggi (ieri per chi legge ndr.) sono stato inondato di telefonate e sms dalla gente comune. E i commenti erano tutti positivi».
Loris Del Frate