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REGIONI: RADICALI MODELLO AMERICANO PER USCIRE DALLE SECCHE DI UN REGIONALISMO INCOMPIUTO

Testo: 

Dichiarazione di Carmelo Palma e Lorenzo Strik Lievers, capigruppo radicali nei Consigli regionali del Piemonte e della Lombardia:

A che punto stanno i nuovi statuti regionali? Ad un punto morto. L'assemblea nazionale degli eletti delle regioni, che si sta tenendo in queste ore a Roma, consente di trarre un primo bilancio della guerra in corso fra i Consigli e le Giunte regionali.
I Presidenti delle Giunte intendono unicamente riaffermare il proprio potere, attraverso il consolidamento del sistema "sbilanciato" introdotto dalla legge costituzionale 1/99. I Consigli regionali, da parte loro, quando si propongono di riequilibrare e bilanciare i poteri del legislativo e dell'esecutivo, procedono sic et simpliciter all'abolizione dell'elezione diretta del Presidente della Giunta regionale (le "riforme" calabresi e friulane costituiscono annuncio e dimostrazione di questa pericolosa tendenza).
Si tratta, in realtà, di posizioni speculari che determinano forme rovesciate ma sostanzialmente identiche di subalternità istituzionale (dei Consigli alle Giunte o viceversa).
Al momento nessuna regione e nessuna forza politica, a parte i radicali, sembrano proporre riforme che non mirino a limitare un potere a vantaggio di un altro, ma a rafforzarli e potenziarli congiuntamente. Nondimeno, il modello americano, che stabilisce una completa autonomia funzionale, istituzionale e politica dei Parlamenti e dei Governi, costituisce tuttora, anche in termini di opportunità, l'unica soluzione per uscire dalle secche di un regionalismo incompiuto. In caso contrario il confronto o, come usa dire, la concertazione fra Giunte e Consigli continuerà ad avere le forme patetiche della vertenza sindacal-istituzionale.

Autore: 
CARMELO PALMA e LORENZO STRIK LIEVERS
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