Roma, 20 aprile 2002 (ore 14.30)
LA RAI-TV E IL PARTITO DEL GIORNALISMO ITALIANO MI STANNO CONDANNANDO AD ANDARE SENZA POSSIBILITA' DI RIPENSAMENTO AD OLTRANZA NEL MIO SCIOPERO DELLA SETE. CHE LO SI SAPPIA AD OGNI LIVELLO DI RESPONSABILITA' INTERNA, ESTERNA E "SUPERIORE".
"Sto cercando il Direttore Generale della Rai, Saccà e, non riuscendo a rintracciarlo, anche il Presidente Baldassarre.
Non ritengo infatti inutile, ritengo anzi necessario, esprimere loro alcune considerazioni sull'accaduto e su quello che accadrà, a partire dalla Rai-Tv e dalle sue scelte editoriali, in queste ore assolutamente rimaste in linea con i 20 anni, 20 mesi e 20 settimane precedenti.
La "Batteria" li ha inutilmente cercati. Alla Rai, il centralino ha cercato inutilmente sia la segreteria del Direttore Generale che la segreteria del Presidente, oltre che il Presidente e il Direttore generale; ho chiesto in ogni modo di passarmi le suddette segreterie, magari gli uscieri, i commessi. Mi è stato risposto che di sabato alle 14 comprensibilmente nessuno rispondeva. Voglio comunque far presente che al comportamento -buono o pessimo che sia- del Parlamento, della Camera dei Deputati e del Senato, del Presidente della Repubblica, del Presidente della Corte Costituzionale; al problema aperto e sempre più aggravato del persistere di quello che il Presidente Emerito della Corte Casavola afferma non avere precedenti storici né contemporanei anche nel terzo e quarto mondo; alle iniziative volte ad informare il paese delle ragioni -buone o pessime che siano- delle stesse istituzioni; alle campagne in corso da Radio Radicale per informare i cittadini e per ottenere il rientro nella legalità; a tutto questo la Rai-Tv non ha dedicato un solo dibattito, una sola riflessione, un solo approfondimento in più di 20 mesi, come una Mediaset qualsiasi. Quanto all'immediato, l'edizione integrale delle poche decine di secondi dell'intervista nel corso della quale ho bevuto ?solo il frutto del mio corpo', è stata trasmessa a mezzanotte e trentaquattro dal Tg2, con un ascolto presumibile di poche centinaia di migliaia di persone. All'incirca 3 milioni, forse meno, hanno potuto vederne una parte -mutilata proprio nella sua parte finale- nel Tg2 delle 20.30 di ieri, mentre nel Tg3 delle 19.00 presumibilmente meno di un milione di persone hanno potuto vedere solamente quest'ultima parte. Ad oggi, quindi, questo documento, unanimemente riconosciuto come tale, è stato e resta sottratto alla conoscenza del 95% dei telespettatori italiani. Volevo far presente questi dati e queste riflessioni al Direttore Generale ed al Presidente della Rai.
Voglio ora ribadire che, senza il sostegno della conoscenza e della informazione da parte dei cittadini italiani di questi drammatici e importantissimi eventi istituzionali, o volti a richiamare su di essi l'attenzione, non -ripeto: non- mi consentiranno altro che di procedere ad oltranza nel mio sciopero della sete.
Anche su questo do corpo alle perentorie indicazioni della legge e delle norme che devono regolare la vita della concessionaria Rai-Tv, che da trent'anni almeno ancora oggi restano violate e tradite, soprattutto da coloro che sono e sono divenuti mediaticamente potenti solamente grazie all'uso fazioso, antidemocratico ed anticostituzionale dell'informazione radiotelevisiva e non solo, di questo paese".