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"Ma dov´è la libertà nel Polo?"

Testo: 

Il ministro Prestigiacomo delusa per la scarsa affluenza, amareggiata con i colleghi
"E' stata una di quelle battaglie per le quali è valsa la pena fare politica"
E Stefania si sfoga al seggio

dal nostro inviato CARMELO LOPAPA

SIRACUSA - "Casa delle libertà. Ma dov'è la libertà? Ho subito attacchi personali, mi hanno ferita, ma non piegata. Troppi integralismi, troppa intolleranza. Si sono spinti fino al punto di usare mezzucci, ma alla fine i mezzucci restano tali. Mi sono ritrovata con gran parte del mio partito contro. Ecco, questo, tutto questo mi ha fatto male. Ma è stata una di quelle battaglie per le quali è valsa la pena fare politica. Spero solo di non dover pagare il conto, adesso, per i miei principi. Non ci voglio pensare, non oggi. Oggi è una gran bella giornata. Purtroppo, mi viene voglia di dire: avesse piovuto sarebbe stato molto meglio".
Ha appena votato il ministro Stefania Prestigiacomo ed è come se si fosse liberata di un peso. Vigili urbani e poliziotti attendevano la scorta e l'auto blu. Alle 9,46 lei scende dal posto guida del suo fuoristrada Mercedes. Sola. Jeans, camicia bianca, borsetta beige e infradito ai piedi. In un modo o in un altro sarà la giornata in cui si gioca una buona fetta della sua giovane carriera politica, questo D-day del referendum sulla fecondazione. E invece eccola, sembra una delle tante siracusane di passaggio al seggio prima di andare al mare. "No guardi, andrò ovunque, ma al mare proprio no. Per principio, diciamo, dopo gli appelli di questi giorni. In campagna, ecco, vado in campagna da amici".
E' una scuola elementare di poche classi, il piccolo plesso di via Necropoli Grotticelle a Siracusa dove vota da sempre il ministro, a pochi passi dal parco archeologico. Un sorriso per i fotografi, un saluto a ogni scrutatore e uno particolare al presidente di seggio Luigi Fretto, coetaneo, amico d'infanzia prima che le strade li dividessero e fermassero lui a una cattedra di insegnante di disegno in una scuola media della città. "Quanti votanti? Beh, Stefania sono 25 su 700, ma non sono neanche le dieci". Lei si cruccia giusto un secondo, poi ha solo voglia di sdrammatizzare tutto il peso della giornata e dell'intera campagna referendaria ormai finalmente alle spalle.
"Mi spiace, ma perderò un po' di tempo, sapete, devo leggere bene tutti i quesiti prima di decidere" scherza prendendo le schede. Dentro la cabina si trattiene per il tempo record di 19 secondi. Quello sufficiente ad aprire ogni scheda e segnare un Sì dopo l'altro. Secondi nei quali non riuscirà neanche a fingere un momento di riflessione. "Ma guarda tu che splendida giornata, ieri pioveva. Una bel po' di pioggia anche oggi no, eh?" ragiona a voce alta dietro la tendina a beneficio degli scrutatori divertiti. Impiegherà più tempo ad inserire al rallenty ogni scheda nella sua urna, per consentire ai fotografi di immortalare il gesto. "Un sorriso ministro". Flash.
Certo, un po' pochini i 25 votanti, a fronte dei tanti anziani che a testa bassa passano dritto sul marciapiede e si infilano nella chiesa del Santissimo Salvatore proprio accanto al seggio. "Vediamo un po' come va nelle altre sezioni - si intestardisce il ministro che inizia un mini tour dei seggi - Buon giorno, quanta gente è venuta?" Il responso delle classi accanto non sarà diverso. Il bip del cellulare interrompe il porta a porta del ministro tra le sezioni. "Oggi al quorum si comanda", le scrive un'amica. "Questo è proprio bello, lo invio ad altri".
La giornata era iniziata con la lettura dei giornali e la buona notizia del presidente Ciampi che - come rivelato da Repubblica - anche questa volta andrà a votare. "Quel che tanti avrebbero dovuto capire è che il voto non si disprezza mai, è importante al di là del merito. Ancora una volta si dovrebbe trarre insegnamento dal capo dello Stato". Già, ma il premier che non andrà a votare? "Ho apprezzato più lui, che ha preferito tenersi fuori dal confronto, rispetto ad altri che si sono battuti per l'astensione" taglia corto lei.
E' solo quando parla di "loro", dei colleghi astensionisti, che la serenità ostentata lascia il posto a un'ombra di amarezza: "Avrebbero dovuto avere più rispetto per chi ha portato avanti una battaglia su questioni tanto nobili. Invece mi sono trovata contro una buona parte del mio partito - confessa - Ma era una battaglia che andava fatta, perché non sono mai stata fiduciosa sulla possibilità che questo Parlamento potesse cambiare la legge 40 e dubito fortemente che lo farà. Per questo mi sono spesa con passione. E questo mi è costato parecchio. Spero non mi costi in futuro, ma nutro fiducia in Berlusconi e nell'ottimo rapporto personale che abbiamo sempre avuto". E cosa l'ha segnata veramente, al termine di due mesi di campagna referendaria: "L'eccesso di integralismo che ha portato i miei avversari a muovere attacchi personali", dice, senza mai fare esplicito riferimento alle indiscrezioni circolate un mese fa sul presunto flirt con Gianfranco Fini.
"Mentre io tessevo una rete di rapporti importanti con realtà emarginate dalla Cdl, con Emma Bonino e i Radicali, loro hanno provato a farmi male. Casa delle libertà. Ma dov'è la libertà?". Basta. E' il passato, dice. "Ora sono serena, anzi di buon umore e fiduciosa, tengo i piedi per terra ma penso proprio che ce la possiamo fare" sorride. C'è vento forte e una brezza fresca che spazza la città, ma il mare di Ortigia e della spiaggia di Fontane bianche è azzurrissimo. Lei no, non lo guarda nemmeno. E vola via verso la campagna. Oggi "al quorum si comanda".

Data: 
Lunedì, 13 June, 2005
Autore: 
Fonte: 
LA REPUBBLICA
Stampa e regime: 
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