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«Onu, massimo impegno del governo per Emma Bonino»

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Il deputato di An Andrea Ronchi: «E' una candidatura forte per l'Alto commissariato per i rifugiati»

ROMA - La sfida è iniziata. La posta in gioco è l'incarico di Alto commissario per i rifugiati e il prestigio all'interno degli equilibri Onu. Kofi Annan dovrà decidere entro marzo. E da due giorni il ministro degli Esteri, Gianfranco Fini, ha dato il via alle manovre per aggregare consensi intorno alla nostra candidata: Emma Bonino. Andrea Ronchi, il deputato di An, componente della commissione Esteri alla Camera, e primo firmatario della mozione per l'abolizione della pena di morte, dà voce all'entusiasmo per questa candidatura.
Con quale forza il governo di centrodestra appoggia la Bonino?
«Fini ha dato istruzioni precise per spendersi al massimo al fine di ottenere consensi che portino al successo».
Come si muove la macchina organizzativa?
«A pieno ritmo e ai massimi livelli. La candidatura è già stata presentata negli Usa a Richard Bolton, indicato di recente da Condoleezza Rice come ambasciatore americano all'Onu. A Londra l'ambasciatore Aragona l'ha già presentata al Foreign Office. E la nostra diplomazia sta illustrando all'estero la sua statura morale».
Perché questo impegno?
«E' in linea con la politica estera mirata a ottenere prestigio e a far valere di più il nostro Paese. Non vogliamo essere considerati subalterni. Lo abbiamo dimostrato già nella vicenda Sgrena».
Quali speranze ha l'Italia?
«Abbiamo tutti i numeri per ottenere, con una candidatura di altissimo spessore, il diritto di far valere il nostro peso all'interno dell'Onu, del quale siamo il sesto contribuente e rappresentiamo il 5% del bilancio ordinario».
La scelta della Bonino è legata al dialogo con i radicali per alleanze politiche?
«No. Il nome della Bonino non è frutto di alcun calcolo elettorale. Ma solo il riconoscimento umano, politico e morale della persona».
Sui rifugiati le posizioni della Bonino e di Fini non sono state a volte un po' divergenti?
«Un conto sono i rifugiati, un conto sono i clandestini. Ma abbiamo molte sintonie».
Quali?
«In un momento in cui noi vogliamo rilanciare la battaglia sulle libertà e il rispetto dei diritti nel mondo e soprattutto in certe aree, questa candidatura ha una fortissima valenza ideale. Penso al grande valore di ciò che lei ha fatto ad esempio per i diritti delle donne e alla "rivoluzione" in atto nel mondo arabo come dimostra la grande partecipazione delle donne nel primo voto libero in Iraq».

Virginia Piccolillo

Data: 
Venerdì, 11 March, 2005
Autore: 
Fonte: 
Il Corriere della Sera
Stampa e regime: 
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