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Salta l´accordo Unione- Radicali. Ma Pannella insiste: «Torniamo al tavolo con Prodi»

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di red

«Torno a chiedere a Prodi e all'Unione che si faccia l'accordo». Marco Pannella, giovedì, in procinto di salire sull'aereo che da Bruxelles lo riporterà nella capitale, non rinuncia a lanciare l'ennesimo appello al centrosinistra perché, dopo il No di ieri notte, riapra il tavolo delle trattative per l'intesa politico-elettorale in vista delle prossime regionali.

La conclusione del vertice di mercoledì - dice il leader radicale dai microfoni di Radioradicale «è sbagliata, inaccettabile anche dal punto di vista del galateo politico e della diplomazia». Pannella considera la «comunicazione» - così la chiama - avvenuta ieri da parte dell'Unione, che di fatto ha chiuso la porta a ogni ipotesi di intesa, «come se non fosse avvenuta».

«Nella situazione in cui siamo, non ci sembra siano maturate le condizioni per un'intesa», aveva sentenziato ieri sera, scuro in volto, Franco Marini .- incaricato di svolgere il mandato di "esploratore" delle disponibilità dei radicali e dell'Unione tutta all'intesa elettorale - alla fine di un faticoso vertice dei leader del centrosinistra. «Ho capito l'italiano, ma non il resto. Ho capito che quello che disturbava era il nome Luca Coscioni», aveva spiegato Emma Bonino da Bruxelles, mentre il telefonino di Marco Pannella era staccato. Al vertice era assente anche Romano Prodi.

A mettere macigni sulla strada della trattativa è stata la Margherita con due condizioni pesanti. Primo, una scelta di campo chiara a favore dell'Unione che valga non solo per le regionali ma anche per le politiche; secondo, l'impegno a non sovrapporre la campagna per il 3-4 aprile a quella per il referendum, rinunciando alle liste con il nome di Luca Coscioni, presidente radicale e simbolo della battaglia contro la legge sulla fecondazioni assistita. In sostanza, parte dell'Unione - o meglio parte dei dl, in special modo Castagnetti - temeva che con la candidatura di Concioni si sarebbe sovrapposto la campagna referendaria a quella delle regionali. «Nemmeno Berlusconi - aveva replicato Pannella all'ora di pranzo, con riferimento a Coscioni - ha osato chiederci questo». Condizioni che nemmeno la diplomazia di Piero Fassino e dei Ds, impegnati dall'inizio per l'intesa, sono evidentemente riusciti a superare.

Non era bastato che i Radicali fossero pronti a sottoscrivere «qualunque documento politico» e che fossero disponibili a compromessi sulla loro presenza nei listini. Non era stato sufficiente neppure che Pannella garantisse al centrosinistra, con il suo supporto alle regionali, addirittura un «cappotto» da «14 a 0». Fassino, dopo un'ora e mezzo di riunione, rinviava ad un nuovo vertice serale dell'Unione la assunzione di «orientamenti definitivi», mentre Arturo Parisi annunciava un ufficio di presidenza con Francesco Rutelli. E a complicare il tutto si aggiungeva l'aut aut di Clemente Mastella: «Se c'è accordo, è a rischio la coalizione».

Silvio Berlusconi, Sandro Bondi e gli altri subito si sono detti disponibili a riaccettare i "figliol prodighi" radicali nella Casa delle Libertà. «Credo che Pannella con questa sinistra abbia poco da spartire e ciò mi consola, mi conforta e mi lascia un'aspettativa», ha gongolato a più riprese Bondi in serata.

Pannella ribadisce, anzi chiarisce, comunque giovedì che le Liste Luca Concioni saranno presentate ovunque per le regionali, e di certo nel Lazio. Riacceso il telefonino, che ieri è rimasto spento, ha chiamato Radio Radicale di prima mattina, mentre era in partenza da Bruxelles per Roma, ed ha rilanciato la battaglia per «la libertà religiosa, della scienza, dalla politica del regime bipolare».

Data: 
Giovedì, 24 February, 2005
Autore: 
Fonte: 
WWW.UNITA.IT
Stampa e regime: 
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