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«Niente diktat, la Gad ascolti il suo popolo»

Testo: 


«Certi giudizi non possono essere che la follia di un giorno Rimettiamoci al lavoro»

Ho letto, stamani, sabato, la seguente dichiarazione di Franco Marini, limpida e netta come così spesso è il suo autore: «Pannella non può pensare che entriamo in trattative senza che ci dicano quale sarà il loro approdo? senza sapere quale sarà la loro scelta. Quindi aspettiamo che la maturino». Nel suo intervento di chiusura del loro bel Congresso, Fassino ha dichiarato: «Apprezziamo la disponibilità a camminare insieme alle prossime Regionali. Noi siamo pronti. Adesso l'onere della risposta sta al partito Radicale e a Pannella, che ci devono far sapere se sono pronti a cogliere questa apertura oppure no». La risposta, ovviamente, non è altro che: «Sì, mettiamoci al lavoro per tentare di costruire insieme, se possibile, l'unica soluzione proposta, immaginata, in occasione delle elezioni politiche Regionali, per ridurre il tasso di sostanziale incostituzionalità che sempre più corrompe e opprime il nostro Paese, e rendere alla legalità almeno una parte del soffocato respiro democratico di leggi, norme, prassi, che inquinano e pongono fuori legge settori rilevanti della vita delle stesse istituzioni».

«Mettiamoci al lavoro per tentare di cominciare a costruire insieme» presenze elettorali che rendano all'articolo 49 della Costituzione e ai diritti politici dei cittadini quel che oggi è divenuto esclusivo privilegio di quanti sono associati nel recinto partitico bipolare, e quindi non è più diritto di tutti. Consentendo agli elettori, per esempio, di non votare (o votare) anche i radicali (e - perché no? - pensionati, consumatori, forme di dissenso delle estreme sociali e politiche) anziché condannarli a esprimere o bruciare voti di mera testimonianza morale, di protesta, bisogni e disagi non rappresentati o non uditi in alcun modo. In questo senso vanno la nostra proposta e richiesta di «ospitalità» ai due (soli) titolari di quel che è divenuto privilegio democratico-costituzionale.
Comunque, mettiamoci al lavoro, verifichiamo dove la scelta di concedere ospitalità elettorale può consentirci di divenire nell'una e/o nell'altra Casa proprietari, gestori, ospitati, nell'interesse generale della «legalità della democrazia».

Come prevedevamo, nella realtà diciamo di tipo carismatico del centrodestra, per le sue caratteristiche di leadership, per conoscenza delle caratteristiche del leader, per le circostanze politiche nelle quali si trova, si sta manifestando - pur con grande ritardo - una forte disponibilità a verificare praticabilità, mezzi e forme della nuova forma da noi proposta di iniziativa politico-elettorale. E, senza condizioni, si comincia subito a lavorare insieme per concludere, nel fazzoletto di giorni che restano, in un senso o nell'altro, riuscendo o fallendo.
All'improvviso, oggi, dal centrosinistra, dalla Gad, ci è giunto il diktat: dichiarate preventivamente subito se scegliete l'alleanza con noi; oppure, non sarà possibile nessuna forma di lavoro comune. Rinunciate, subito, a ricercare forme di soluzioni con la Cdl. Sin quando non maturerete questa decisione, ritiriamo la nostra disponibilità. O scegliete subito di allearvi con noi, o la cosa non ci riguarda. Noi vi "ospitiamo". Se nelle stalle o nelle suites; se nella competizione elettorale volete prevedere altra facoltà, altra forma di lotta comune oltre al sostenere i nostri 14 candidati Governatori; se volete sapere se vi daremo tecnicamente la possibilità di raccogliere firme legalmente, senza il broglio di raccoglierle in bianco omettendo di indicare - come è invece tassativamente previsto - il nome del candidato Governatore; se le liste e i candidati in Toscana potranno essere formate e presentate soltanto dopo le «primarie» che si terranno il 20 febbraio; se ritenete serio e necessario fissare criteri di presenza negli spazi pubblici di informazione e dibattito; se intendete conoscere «prima» come saranno composti i «listini»; se è vero che la vostra presenza fra le liste della Gad in Emilia e in Toscana e forse altrove rischia perfino di determinare un risultato così forte da ridurre (per le note e incredibili caratteristiche del sistema elettorale) il numero degli eletti della coalizione...: possiamo, certo, parlare di tutto questo, ma non prima che voi abbiate pubblicamente rinunciato alla «alternativa» dell'ospitalità nel recinto partitocratico della Casa delle Libertà. Se vi sognate di potere - ancora in tempo - proporre un qualche addolcimento del carattere antidemocratico e anche fondamentalmente anticostituzionale delle procedure e delle (contro)Riforme in alcune delle nostre Regioni, se, se, se... NO. Perché noi non intendiamo esporci al ridicolo, al grottesco di essere alla fine turlupinati. Così sembrano parlarci. Non può che essere la follia, la stanchezza di un giorno.

Torniamo quindi a chiedervi di immediatamente e pubblicamente immergerci nel lavoro di ricerca e di formalizzazione dell'ospitalità che vi proponiamo; e di conoscere dove e come ci ospiterete. Noi lo dobbiamo alla conferma della trentennale, e più, ri-conoscenza che ci ha unito e ci unisce al vostro popolo, a tanti dei vostri vecchi e nuovi compagni, parlamentari, dirigenti, i cui applausi puntuali, continui, in Congresso, ogni volta che udivano anche solo evocare i radicali e la loro richiesta-proposta di ospitalità.
Questi compagni, questo popolo, ce l'hanno fatta, da trent'anni almeno, nei momenti conosciuti cruciali della storia italiana: sono riusciti a imporvi e a imporci di combattere e con-vincere insieme. Come il popolo, anch'esso immenso, dei credenti cattolici, la cui fede ha il connotato della laicità (tanto quanto i laici hanno quello della religiosità), e che con questa laicità vivono e costruiscono quel "sensus fidelium", che è la cifra che li unisce e ci unisce. Quegli applausi al Congresso Ds, come gli appelli di parlamentari, non erano stilettate contro nessuno, perché li muoveva la speranza e l'amore di compagni. Continuano a commuoverci, e continuiamo a riconoscerci. Compagni e amici della Gad, noi ripetiamo e rispondiamo: al massimo domani, ci si metta insieme al lavoro.

Mi chiedo: occorre davvero, ancora, e tanto, troppo spesso, che ci si condanni allo splendido monito, alla forte e dolce esortazione di Pasolini? «Cari compagni radicali, siate sempre irriconoscibili...». Le ragioni del cuore, che non conoscono ragione, possono portarci ancora una volta lì dove il cuore non ti porta, ma ti respinge. Ai radicali, a Luca Coscioni, può ancora una volta accadere di dover scegliere le ragioni del "cuore", piuttosto che il cuore. Sarebbe molto duro e difficile. Letteralmente una prova. Dio sa quanto non me lo auguri, ma saremo pronti a questo. È onesto dirlo, ripeterlo, confermarlo agli uni e agli altri, alla Cdl e alla Gad (buondio, che nomi!). Dimenticavo: a seconda di come fosse vissuta e usata, l'ospitalità ai viandanti che siamo potrà essere o no determinante anche in vista delle elezioni del 2006. Ma se sarà vissuta con forza e valorizzata, ove che sia, non si dimentichi il risultato del 1999: il nostro 8,5% può tornare sotto altra forma, ma tornare. Vogliamo darci appuntamento ai risultati?

di MARCO PANNELLA

Data: 
Domenica, 6 February, 2005
Autore: 
Fonte: 
Il Corriere della Sera
Stampa e regime: 
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