L'INTERVISTA / Il coordinatore di Forza Italia: sì a una Casa dei moderati già prima del 2006. Pannella? Fa un'offerta politica seria, non lasciamola cadere
«Paradossale chiudere le porte alla Mussolini, ma visti i rapporti sarà difficile un accordo»
ROMA - Replica a Gianfranco Fini che immagina un nocciolo duro della Casa delle Libertà costituito da Forza Italia, An e Udc. No, risponde il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi, «del nocciolo duro devono fare parte tutti i soci fondatori della Casa delle Libertà, Lega nord compresa». Il leader azzurro auspica poi che l'allargamento avvenga «prima delle Politiche del 2006» e «già alle Regionali coinvolga Alessandra Mussolini e soprattutto i radicali di Marco Pannella e Daniele Capezzone». Onorevole Bondi, che cosa risponde a Fini che teorizza un nocciolo duro della Cdl costituito da Forza Italia, An e Udc?
«Corriamo il rischio di fare una discussione accademica che non interessa i cittadini e di ripetere il dibattito assurdo e controproducente che avviene a sinistra, tutto incentrato su formule evanescenti e su nomi ancora di più astrusi. In ogni caso, oggi la Casa delle Libertà è il nuovo della politica italiana e Forza Italia rappresenta il centro riformatore propulsivo del sistema. Ora occorre andare oltre la Casa delle Libertà e costruire la Casa dei moderati e dei riformisti. E per farlo è necessario partire dal nucleo fondante della Cdl che è rappresentato dai soci fondatori, compresa la Lega nord che è un partito fondamentale non soltanto dal punto di vista elettorale ma fondamentale per il programma di governo e per il profilo riformatore. Parlare di un eventuale nocciolo duro composto non da tutti ma da una parte degli alleati, sarebbe un passo indietro. Conviene quindi partire da dove siamo arrivati e da lì proseguire il cammino».
Questo progetto è possibile realizzarlo già per le Politiche del 2006 oppure se ne parlerà dopo?
«Questa prospettiva può diventare realtà senza forzature ma con gradualità e con pazienza. Ma non può partire dopo le Politiche del 2006. Bisogna cominciare a porre delle fondamenta solide sicure già a partire da questa legislatura e prima delle Politiche del 2006».
Passiamo alle Regionali. Resta ancora valida l'apertura alla Mussolini dopo il suo no e soprattutto il no di Gianfranco Fini? «Su questo occorre essere chiari. Nel momento in cui parliamo di ampliare la Casa delle Libertà sarebbe in qualche modo paradossale che si chiudano le porte a chi ne ha fatto parte fino a poco tempo fa. Purtroppo non so se questo sarà possibile visti i rapporti che ci sono tra la stessa Mussolini e gli altri partiti della Casa delle Libertà».
Ma il fatto che la Mussolini si proponga autonomamente non rischia di pregiudicare i risultati delle Regionali?
«La presentazione di liste indipendenti, che fino a poco tempo fa facevano parte della Casa delle Libertà, obiettivamente rischia di favorire l'opposizione. Questo lo dico sommessamente. Ma è un dato della realtà sul quale anche Alessandra Mussolini non può non riflettere».
L'allargamento va esteso anche ad altri? E a chi? Si è parlato di radicali ma anche di chi si trova a disagio nel centrosinistra...
«Noi ci rivolgiamo in particolare ai radicali».
Ma i radicali con le loro battaglie - la più recente contro l'attuale legge sulla fecondazione assistita - sono compatibili con la Casa delle Libertà?
«Bisogna riconoscere a Pannella un'intuizione politica di grande valore: nel sistema bipolare anche per i radicali è giunto il momento di scegliere per fare sì che la loro storia, la loro tradizione, i loro valori abbiano una voce in Parlamento. Io credo che questa offerta politica di Pannella non debba essere lasciata cadere. I radicali non ci chiedono un accordo complessivo. Ci chiedono di riconoscere le loro ragioni su alcuni punti, ad esempio il tema della legalità. Ci chiedono, insomma, di riconoscere il loro ruolo politico accanto alla Casa delle Libertà dando sostegno ai nostri candidati presidenti di Regione. Aggiungo poi - e parlo in quanto cattolico - che gli stessi cattolici non possono più eccepire sulla questione radicale, come è avvenuto in passato. La questione radicale deve essere inquadrata e affrontata nell'ambito della ricerca di un confronto tra mondo laico e mondo cattolico. Al di là di questo, i punti su cui ci sono larghe convergenze sono quelli di carattere economico, di carattere sociale, la politica estera, i diritti civili...».
E sulle questioni della bioetica?
«Non è una materia sulla quale si debba fondare un accordo politico di governo. È una questione che va lasciata alla libertà di coscienza degli individui».
Quindi i radicali, in prospettiva, potrebbero entrare a pieno titolo nella «grande casa dei moderati e dei riformisti»?
«Mi auguro di sì».
Berlusconi e anche lei avete ripetutamente fatto appello agli scontenti del centrosinistra. A chi vi si rivolgete in particolare?
«Non ho alcun intento strumentale o elettoralistico. Non mi illudo che la Margherita possa cambiare schieramento in questa legislatura, né credo sia giusto. Però colgo un problema reale tra le forze politiche dell'opposizione. E noto sempre di più un divario tra le posizioni della Margherita e la restante parte dell'opposizione spostata sempre di più su posizioni radicali e massimaliste, basta vedere come hanno reagito alle proposte tutto sommato timide e condivisibili di Rutelli su socialdemocrazia, egualitarismo, stato sociale da parte dei Ds e di Rifondazione. Le posizioni della Margherita rischiano di diventare sempre più marginali nello schieramento delle opposizioni. Proprio per questo dico che Forza Italia non si stancherà di perseguire il dialogo con quanti non intendono piegarsi alla via prodiana al comunismo di Rifondazione».
Lorenzo Fuccaro