I radicali trattano su più tavoli in vista delle elezioni regionali e dei referendum. Ma mentre il centrosinistra è diviso, dal centrodestra arrivano segnali addirittura dal Cavaliere.
Oliviero Diliberto, segretario dei comunisti italiani, non dice no a un patto elettorale con i radicali: «Siamo opposti su questioni cruciali di programma, a partire dai temi della pace e delle questioni sociali. Questo, tuttavia, non vuol dire che non si possano prendere in considerazione patti meramente elettorali per battere Berlusconi». Approva la sinistra diessina. «Oggi sono favorevole a un accordo, ma deve avere dei contenuti: non importa essere d'accordo al 100\%, ma qualche convergenza, anche parziale, bisogna cercarla» dice Fabio Mussi. Il presidente dei deputati Ds alla Camera, Luciano Violante avverte: «Ci sono le condizioni per un rapporto positivo, ma per il raggiungimento di questo accordo ci deve essere l'assenso di tutta la coalizione. Non possiamo correre il rischio di rompere la coalizione per raggiungere l'intesa con una forza pur importante come i radicali». Una preoccupazione avvalorata dalle dichiarazioni di Rosy Bindi (Margherita): «Non siamo disponibili a fare alleanze comunque. Questo prezzo lo abbiamo già pagato. Non si tratta di sommare voci, ma di mettere a frutto la nostra esperienza e le nostre idee per il governo. Troppi punti programmatici ci dividono dai radicali».
Tra le incertezze del centrosinistra tenta di infilarsi la Cdl. Ieri è arrivato addirittura un invito al dialogo ai radicali da parte del leader della coalizione Silvio Berlusconi. Chiudendo il suo discorso a Milano al convegno dedicato a Bettino Craxi, Berlusconi ha detto: «Quando fondammo Forza Italia avevamo nella mente le parole di Craxi, dare una casa a coloro che vogliono difendere la libertà. La Cdl non è coalizione elettorale ma vera e salda alleanza politica. Siamo disposti a dialogare con i radicali, i socialisti riformisti, i socialisti liberali e tutti coloro che credono in un comune progetto».
«Speriamo che non finisca come dopo il 31 dicembre, quando il "trittico" fu 'Udeur, "signora Mussolini" e radicali...» è stato il commento di Daniele Capezzone, segretario dei Radicali italiani, che avverte: «Il tempo sta scadendo. Da dieci anni Berlusconi dice politicamente no all'intesa con i radicali, e anche in questo mese, oltre a citazioni in macedonie confuse, non c'è stato un minuto di tempo (per lui) per occuparsi davvero del rapporto con Emma Bonino e Marco Pannella. Lavoreremo fino all'ultimo per capovolgere questa situazione, perché non vi siano alibi, perché nessuno resti prigioniero di riflessi di paura, e perché anche con la Cdl, come con la Gad, si faccia ogni sforzo fino all'ultimo istante utile».