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A QUANDO I POSTI GARANTITI AI NERI?

Testo: 

L'eurodeputato e difensore dei diritti civili: "Non cambio idea, è una sciocchezza politica considerarci una razza in via d'estinzione"
di Guido Mattioni

"Non la sento bene, mi trovo a ?.". La linea telefonica è a dir poco disturbata e il nome della località si perde nell'etere, insieme a parole rivolte contemporaneamente ad altre persone, passando con disinvoltura dal francese, all'inglese, all'arabo. Emma Bonino si trova in un luogo imprecisato "in fondo all'Egitto" (questo lo si riesce ad afferrare) e al telefono la sua voce arriva smozzicata nei suoni. Ma come al solito, giunge invece forte e chiara nei concetti. Insomma, radicale. "Non ho cambiato idea sulle quote da destinare alle donne in politica", esordisce la Bonino commentando il disegno di legge del ministro alle Pari opportunità Stefania Prestigiacomo, che fissa ad almeno il 33% la percentuale di nomi "rosa" nella composizione delle liste elettorali anche alle consultazioni politiche e amministrative. "E continuo a pensare - aggiunge l'ex commissario europeo, notoriamente da sempre contraria a quella che per lei è piuttosto una ghettizzazione del cosiddetto sesso debole - che sia una sciocchezza stabilire per legge una quota di donne candidate".
Una sciocchezza perché, onorevole?
"Perché noi donne non siamo una razza in via d'estinzione. E poi, di questo passo, dove vogliamo arrivare? A stabilire delle "riserve femminili", fissate per legge, anche nelle assunzioni negli istituti di credito o nei giornali?".
Ciò non toglie che un problema di scarsa rappresentanza politica del gentil sesso tuttavia esista?
"Certo, ma non lo si risolve certamente così. Il punto è assolutamente un altro".
E cioè?
"Il problema vero è piuttosto la presenza delle donne all'interno dei partiti e questo non lo si può stabilire certamente con un articolo di legge".
Insomma, a suo dire è una questione di cultura politica? O meglio partitica?
"Certo, e vorrei ricordare in proposito come già negli anni Ottanta il Partito radicale abbia avuto due segretari nazionali donna, la sottoscritta e Adelaide Aglietta. E che alle ultime elezioni europee la nostra rappresentanza femminile nelle liste per il Parlamento di Starsburgo superava addirittura il 52%. Questo pur essendo il nostro partito da sempre contrario al principio delle quote fissate per legge. Anzi, forse proprio per questo noi siamo sempre andati oltre alle quote che qualcuno vorrebbe far calare dall'altro".
E da dove deve arrivare la spinta, allora?
"Lo ripeto, dall'interno dei partiti, dove guarda caso le liste le compila poi il segretario".
Che di norma, almeno in Italia, è un maschietto.
"Appunto", ironizza la Bonino.
Ma chi ha promosso il disegno di legge sostiene che si tratta oltretutto di una armonizzazione alla normativa già in vigore per le elezioni europee?
"E allora? Ciò non significa affatto che per questo si tratti di una buona normativa. Su, che diamine, viviamo in Europa, in un continente di democrazie consolidate? Certo, se una scelta così la fa il Marocco, un Paese che si sta affacciando alla democrazia, allora sì ammetto che si possa trattare di un esperimento apprezzabile. Ma da noi, suvvia".
Qualcuno dirà, "i soliti bastian contrari" radicali?
"No, i soliti liberali. Perché è proprio da liberale che questo provvedimento mi sembra assolutamente pazzesco. Ma dico, ci stiamo avviando a diventare, se non lo siamo già, delle società multirazziali e questo sarebbe il modo con cui vogliamo affrontare il problema? Di questo passo dove vogliamo arrivare? Magari a fissare delle percentuali in lista da riservare a chi ha la pelle gialla o la pelle nera?".

Data: 
Sabato, 17 July, 2004
Autore: 
Fonte: 
IL GIORNALE
Stampa e regime: 
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