Pronte le linee guida della legge: poche le novità. I radicali: unica strada resta il referendum
Si abolisce l'obbligo di impiantare embrioni che presentino anomalie, ma queste ultime potranno essere accertate solo sulla base di analisi morfologiche. Resta vietata la diagnosi genetica preventiva
ROMA
Se la madre - ancorché single - lo desidera, gli embrioni congelati prima della legge sulla procreazione assistita, varata il 10 marzo, scorso potranno essere impiantati: anche se ottenuti con tecniche oggi vietate come la fecondazione eterologa. E' questa «sanatoria» - forse - l'unica vera novità contenuta nelle linee guida sulla fecondazione assistita elaborate dalla commissione ministeriale che - nei prossimi giorni - verranno sottoposte al parere del consiglio superiore della sanità. Riferimenti operativi più concreti - dopo la firma definitiva del ministro Sirchia - dovrebbero essere a disposizione già a partire da settembre.
Per il resto, tutto suona come una beffa. Certo, si abolisce l'obbligo di impiantare embrioni che presentino anomalie ma queste ultime potranno essere accertate solo sulla base di analisi morfologiche: resta, in altri termini, vietata la diagnosi genetica pre-impianto, l'unica in grado di individuare la presenza di malattie gravi e letali per l'embrione o per il nascituro.
Vittoria a metà è anche quella che concerne la possibilità di scegliere - in vista di un futuro impianto - il congelamento di un embrione nel caso in cui se ne siano ottenuti tre. La donna - è vero - non sarà certo più vincolata ad accettare che tutti e tre gli embrioni ottenuti le vengano reimpiantati ma resta fermo il limite stabilito alla produzione di embrioni. Un limite troppo basso e, per questo, non sempre in grado di garantire la gravidanza.
Non una parola, inoltre, viene pronunciata sulla possibilità di congelare il cosiddetto «ootide», l'ovocita fecondato nel quale però non è ancora avvenuta la fusione dei patrimoni genetici dei due gameti.
Secondo il genetista Bruno Dallapiccola - componente della commissione - sarebbe stato fatto il miglior lavoro possibile «nel regolamentare una legge dagli aspetti poco chiari».
Di parere diametralmente opposto il ginecologo Carlo Flamigni che si dichiara, invece, «in disaccordo con l'intero elaborato».
E a fare chiarezza - paradossalmente - sono proprio le dichiarazione rilasciate dal rappresentante del movimento per la vita, Carlo Casini: «Le linee guida non possono certo modificare la legge. E - di fatto - non la modificano. Dicono per esempio - come del resto già dice la legge - che non può essere compiuta la diagnosi pre-impianto ma solo un esame `osservazionale' effettuato al microscopio». Casini, insomma, canta vittoria perché si sente al sicuro. Quella di Sirchia è una finta svolta. Così che ad esultare - insieme a Casini - è il responsabile di An per le politiche della famiglia, Antonio Pedrizzi: «Le linee guida - dice - riaffermano quanto prevede la legge». Che dire? Un sospetto c'era venuto.
Lancia in resta, partono i radicali che lanciano un nuovo appello alla firma del referendum per l'abrogazione della legge sulla fecondazione assistita: «Faremo di tutto - dichiara Emma Bonino - per riuscire a cambiare questa legge oscurantista che non fa altro che alimentare il turismo sanitario doloroso e iniquo».
Pieno l'appoggio di Cittadinanzattiva che - nel dare il proprio sostegno a qualsiasi iniziativa referendaria - chiede l'abrogazione di almeno tre norme: quella relativa al divieto di fare ricerca sulle cellule staminali, quella che impedisce la diagnosi genetica pre-impianto e quella che limita il numero di ovociti da impiantare.
«Semplici» questioni di coscienza, come le ha definite ieri il presidente del consiglio nel corso della trasmissione radiofonica Radio Anch'io: «Quello della procreazione - ha detto - non è un tema che appartiene al programma di governo ma al giudizio di deputati e senatori». Che - come è noto - del governo non fanno parte.