di Marco Pannella
Abbiamo inutilmente, per anni, chiesto al mondo dell'informazione italiano di illustrare la realtà europea rappresentata, e in qualche misura guidata, dai ?liberali' britannici e dal loro leader, in continente e nella Ue, Graham Watson. Oggi, con l'intervista sparata dal Corriere della Sera al corrispondente Sarcina, a giudicare dalle reazioni sulle agenzie, scoppia un bubbone fra i più allarmanti ed indecorosi della partitocrazia europea.
Parisi (e Prodi, immagino!) ha un bel reagire facendo finta d'esser stupito o scandalizzato: il leader maximo dell'Ulivo al momento della formazione della scorsa legislatura nel Parlamento Europeo, Francesco Rutelli, ha di fatto governato in tandem con Watson il Gruppo Eldr e la strategia di sottopotere e di sottogoverno relativa. Romano Prodi stesso è ancora di recente stato presentato come referente di quel Gruppo liberale e come tale si è a più riprese coerentemente impegnato. Francesco Rutelli con qualche altro "democratico", attualmente Margherita, ha votato per la candidata Fontane del Ppe e poi per il candidato "liberale" Cox contro i candidati socialisti, in particolare contro il blairiano David Martin.
Mentre a livello di potere e sottopotere parlamentare ha funzionato il patto con il Ppe, a livello governativo e sottogovernativo ha funzionato l'alleanza con la Commissione e con Prodi. Violando perfino norme e regolamenti scritti, Watson ha vietato l'ingresso degli eletti della Lista Bonino e dei radicali nel Gruppo Eldr, dichiarando ufficialmente che l'assenso di Francesco Rutelli era assolutamente necessario per raccogliere la richiesta radicale. Inutilmente Tonino Di Pietro e Luciana Sbarbati, per l'Italia dei Valori e per i Repubblicani europei, hanno tentato di opporsi a questi comportamenti del leader "liberale".
Di Pietro è giunto al punto di dichiarare gli eletti radicali anche aderenti a Italia dei Valori, in tal modo secondo lo statuto dell'Eldr determinando l'automatica appartenenza degli eletti della Lista Bonino all'Eldr. Anche in questo caso Watson ha violato norme indiscutibili tornando ad indicare che l'accordo di Rutelli era assolutamente necessario. L'intervista al Corriere della Sera, mostra oggi chiaramente il carattere sfrenatamente trasformista e opportunista di questo "liberale".
Egli è d'altra parte militante nella politica italiana come anche il Presidente Cox: a più riprese sono intervenuti ufficialmente a manifestazioni del centro-sinistra in periodi elettorali e pre-elettorali. Da parte di questo centro-sinistra e dei suoi leader vi è stato un comportamento di identica matrice politica. Nessuno, ch'io ricordi, denunciò il fatto che il Gruppo liberale all'unanimità - senza che trapelasse qualsiasi tipo di dissenso, anche solo personale - avesse sostenuto un patto d'acciaio con il Ppe e che Rutelli fosse quindi fra i sostenitori del candidato, poi eletto, Cox contro la candidatura socialista e dell'intero centro-sinistra del Parlamento.
Watson è per il sistema proporzionale, è un ammiratore della giustizia italiana e della sua magistratura, ha sempre avuto posizioni sostanzialmente anti-americane e "pacifiste". Da tempo noi denunciamo il pericolo dell'invasione continentale, con i suoi valori anti-liberali, che fu respinta e battuta due volte nella storia britannica in modo clamoroso: una prima con Napoleone, una seconda con il continente unificato dalla politica fascista e nazista dell'alleanza Roma-Berlino, Vichy e Governi Quisling installati un po' ovunque.
Alla fine ci si è ricordati della lezione dell'Iliade: non potendo espugnare la città con le armi, lo si fece con il cavallo di Troia, del quale i "liberali" alla Watson sono la contemporanea incarnazione.