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Sì al Freedom Day, florilegio di dichiarazioni

Testo: 

Francesco Cossiga
Presidente emerito della Repubblica
"Non pensate che l'Italia sia la stessa del ?44. Sessanta anni fa c'era un nemico ora che il nemico non c'è più viene meno quella motivazione. Mi dispiace dirlo ma il sentimento antiamericano, oggi, in Italia è piuttosto forte". E' questa l'opinione del presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga, che anche oggi ha pranzato da McDonald's, come sta facendo da alcuni giorni a questa parte, per manifestare il suo filo americanismo fa discendere le motivazioni con cui il senatore a vita ha aderito all'iniziativa vanno cercate nella sua fede atlantica e nella "gratitudine agli Stati Uniti per averci liberato dal nazifascismo e salvato nel dopoguerra dal comunismo". Cossiga che si "definisce americano con tre kappa" ci tiene a far sapere che aderisce alla manifestazione di Diaconale e del quotidiano "L'opinione" pur avendo tenuto una posizione critica sull'intervento in Iraq. "Ma - spiega - di fronte a una sinistra che va in piazza con bandierine della pace e con intenti zapateri come quelli sponsorizzati da Prodi senza pudore e che lascia mano libera a possibili provocazioni di piazza da parte dei cosiddetti pacifisti, ci tengo a far sapere a tutti che oltre ad aderire alla giornata che L'opinione ha organizzato per ringraziare gli americani, ho mangiato ogni giorno da Mc Donald fino ad oggi".

Giulio Andreotti
Senatore a vita
Giulio Andreotti ha un'idea per mettere d'accordo chi vuole celebrare la giornata del 4 giugno e chi, invece, si appresta a contestare la presenza del presidente George Bush a Roma: "So che la mia è un'utopia ma vorrei proporre una cosa per cercare di mettere d'accordo tutti: dividiamo in due la giornata del 4 giugno: la mattina manifestiamo unanimi la nostra gratitudine agli Usa per aver contribuito a liberarci dall'oppressione nazifascista mentre se qualcuno vuole esprimere il proprio dissenso per la guerra preventiva all'Iraq, potrà farlo il pomeriggio".

Piero Fassino
Segretario dei Ds
"Cari amici, ricevo con piacere il vostro invito alla manifestazione "freedom day", purtroppo, per impegni di campagna elettorale precedentemente presi, sarò in Emilia Romagna il 4 giugno".

Daniele Capezzone
Segretario dei radicali italiani
"Aderisco alla manifestazione de L'opinione di ringraziamento agli americani per il 4 giugno perché se Casarini può oggi bruciare le bandiere americane lo deve ai 400 mila soldati che 60 anni fa vennero a morire in Italia anche per la sua libertà".

Chiara Moroni
Candidato alle europee per il Nuovo Psi
"All'indomani dell'attentato dell'11 settembre uscì un fondo su uno dei maggiori quotidiani italiani titolato ?siamo tutti americani'. Oggi mi chiedo se lo siamo davvero. Credo infatti che dovremmo riflettere con attenzione sulla reale comprensione di quella frase che, purtroppo, sembra essere diventata solo un augurio. L'antiamericanismo continua ad essere un tratto fortemente radicato nella società italiana, radicato quanto trasversale e complesso. Anche allora, all'indomani di quella tragedia, non dimentichiamolo, non furono in pochi a sussurrare che in fondo gli Usa se lo erano meritato. Oggi, alcuni, stanno preparando manifestazioni di protesta in occasione della visita di Bush, per l'anniversario della liberazione di Roma. Al riguardo mi permetto due valutazioni: la prima è che se gli angloamericani nel ?45 non ci avessero liberati, oggi proprio quelle manifestazioni non sarebbero possibili, la seconda è che forse, se oggi al governo in Italia non ci fosse Berlusconi e negli stati uniti il presidente fosse democratico e non repubblicano, queste stesse manifestazioni di protesta non ci sarebbero state. Comunque sia, ritengo che la manifestazione organizzata dall'opinione per il 4 di giugno sia una iniziativa importante e coraggiosa, una cosciente assunzione di responsabilità, un momento di riflessione dovuta e mi auguro possa rappresentare l'inizio di un cambio di atteggiamento, in un Paese come il nostro, che troppo spesso sembra avere una memoria confusa".

Leone Paserman
Presidente della comunità ebraica di Roma
"Il senso della mia adesione alla manifestazione del 4 giugno promossa da L'opinione è quello di ricordare con gratitudine gli americani che liberando Roma il 4 giugno 1943 e ci diedero la possibilità, quattro giorni dopo, l'8 giugno, di celebrare la prima cerimonia nel nostro Tempio, che quest'anno celebra il proprio centenario. Fu il giorno in cui gli ebrei ritornarono a vivere e ancora ricordo il cappellano militare americano Kerzer che celebrò quella funzione".

Riccardo Pacifici
Portavoce della comunità ebraica di Roma
"La mia adesione è quella di un ebreo che se non ci fossero stati gli americani a liberarci (insieme agli inglesi e nel nord alla brigata ebraica) non sarebbe stato vivo insieme con i propri figli. Inoltre oggi neppure ci sarebbe l'Europa senza l'aiuto della democrazia americana che poi nel dopoguerra ci salvò anche dal comunismo.
Oggi abbiamo il dovere di commemorare le centinaia di migliaia di morti anglo americani che ci diedero anche quella libertà che qualcuno usa per contestare Bush. Il 4 giugno 1944 è per noi ebrei anche il giorno del ritorno della libertà di culto dopo il periodo delle leggi razziali. Come si vede ce ne sono a josa di motivi per aderire a una manifestazione che celebra il sacrificio degli eroici soldati anglo americani".

Benedetto Della Vedova
Deputato europeo Lista Bonino
"A distanza di sessant'anni dalla liberazione dell'Italia e dell'Europa, gli Stati Uniti continuano a rappresentare - ovviamente tra mille contraddizioni - la speranza che le libertà individuali restino al contempo un elemento di garanzia per le persone e un fattore di successo per i sistemi economici. Aderisco al Freedom Day con l'auspicio che l'Europa continui a guardare agli Stati Uniti come a un modello a cui ispirarsi per rinnovare se stessa e le proprie istituzioni, oggi a rischio di un declino inesorabile".

Giampiero Cantoni
Senatore di Forza Italia
"Sono con voi, condivido che manifestiate per acclarare che l'Italia è occidentale ed amica degli Usa che, dopo averci liberato dal nazismo, hanno evitato che cadessimo definitivamente tra le braccia comuniste. L'alleato Stati Uniti è vicino e fratello dell'Europa e, soprattutto, del nostro paese. Quindi non posso che mostrare la mia forte simpatia e sostegno alla causa di chi manifesta per affermare i valori di democrazia e libertà che ci accomunano all'ormai consolidato modello a stelle e strisce. Mi auguro che, crescendo la coscienza morale del paese, vengano meno le manifestazioni anti-Usa fatte dai centri sociali. Parimenti spero che possano cessare le manifestazioni demagogiche, con la sola finalità di creare scompiglio a danno dei più deboli, che i disobbedienti periodicamente organizzano e che, come al solito, salutano la strumentalizzazione da parte dell'ultrasinistra dei più giovani".

Alfredo Biondi
Vice presidente della Camera
"La mia partecipazione alla manifestazione organizzata da L'opinione, per la solidarietà con gli alleati ed amici Usa e con il loro presidente George Bush, è un atto voluto e dovuto: nel ricordo dei caduti alleati, americani in particolare, che risalirono l'Italia fino a Roma per portare libertà e democrazia nel nostro paese. Libertà per noi, vittime della sciagurata guerra dichiarata dal fascismo. Dovrebbero sentire lo stesso impulso, ed avvertire lo stesso sentimento, tutto coloro che di questo evento liberatorio sono stati beneficiari. Il dissenso è legittimo, ma la denigrazione e l'antiamericanismo sanno di stantio e nostalgico, al pari di quelle altre dittature comuniste che oppressero non solo la Russia, ma anche tutti i popoli dell'est, che ne furono sottomessi e schiacciarti. La nostra non sarà una manifestazione di massa, ma di persone che, proprio a titolo personale e senza vincoli d'appartenenza politica, si ritrovano per dimostrare non la riconoscenza, che potrebbe essere un sentimento troppo soggettivo, ma il riconoscimento leale dei valori che ci sono (e restano comuni) e che nessuna strumentalizzazione politica e partitica potrà mai affievolire".

Simone Baldelli
Responsabile nazionale giovani Forza Italia
"Aderiamo con convinzione al Freedom Day organizzato da L'opinione, in coerente continuità con quanto sosteniamo da sempre. Tant'è vero che lo scorso 25 aprile ci siamo recati al cimitero americano di Nettuno per deporre corone di fiori sulle tombe dei ragazzi che sessant'anni fa donarono la loro vita per garantire democrazia e libertà all'Italia".

Alessandro Clementi
Presidente di Grandangolo, Osservatorio italiano di politica e cultura
"Ad oggi la discussione in atto, anche tra i vertici dei governi europei e nell'establishment intellettuale occidentale, denota una confusione di valutazioni e spesso un'approssimazione del problema che non aiuta a ragionare sugli strumenti necessari da implementare per affrontare il nuovo scenario planetario. Per difendersi dal terrorismo fondamentalista è essenziale capirne la logica ideologico-religiosa che è alla base del progetto dei guerrieri del Jih_d, le sue radici, i suoi profeti, l'etica guerresca. Gli Stati Uniti lo hanno capito prima di altri, e per tutti, oggi come ieri, si sono caricati della responsabilità di un'intera cultura inquadrando il problema nella realtà dei fatti. In questo contesto l'Italia svolge un ruolo di prim'ordine, dimostrando coerenza all'alleato e alla propria storia, e in questa riconoscendosi.
Partecipare venerdì al Freedom Day, significa prendersi, ognuno, un po' di questa responsabilità, quella stessa che rifiuta tatticismi di parte e vuole risposte nuove a nuovi e drammatici quesiti".

Data: 
Giovedì, 3 June, 2004
Autore: 
Fonte: 
L´OPINIONE
Stampa e regime: 
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