RADICALIA. ECCO I SACRIFICATI E GLI EMARGINATI ECCELLENTI NELLA CORSA ALL'EUROPARLAMENTO
Anche in politica, come nella vita e al cinematografo, la vendetta è un piatto che si consuma freddo. Possibilmente quando ci sono in vista le elezioni. Così per queste europee, Marco Pannella, ha deciso di non perdonare nessuno dei suoi oppositori interni. Non molto diversamente della Uma Thurman - sposa insanguinata nella saga dei due Kill Bill di Tarantino.
Stavolta sarà grasso che cola se ci saranno due seggi due, già prenotati da Emma Bonino che dà nome e appeal alla lista, e dallo stesso Marco Pannella, e tutto si gioca sul posto in lista che i deputati uscenti al parlamento europeo sono riusciti a strappare dopo estenuanti trattative. Basta leggere le posizioni nelle cinque circoscrizioni dove si vota, per capire che i due favoriti saranno Marco Cappato e Maurizio Turco. Nei posti migliori in tutte e cinque le circoscrizioni, sempre un passo dietro ai due che imprimono il marchio doc a ogni movimento e appartenenza radicale. Cosicché, in caso di rotazione a metà legislatura europea, Turco e Cappato saranno anche coloro che avranno la possibilità di farsi un giro in Europa.
Cappato inoltre ha strappato a Capezzone, teoricamente segretario dei Radicali italiani, lo scettro dell'organizzazione delle campagne elettorali per le europee e per i referendum. Mentre resta incerto quel che succederà alle prossime politiche. Tutto comunque si deciderà tra un anno circa, alla fine del volontario esilio dello stesso Capezzone negli States, dove andrà a consolarsi con i suoi amici neocons.
E la vendetta della "sposa Pannella" chi ha colpito? Oltre allo stesso Capezzone, basta guardare la composizione delle liste per rendersi conto di chi si cerca di non far eleggere neppure per sbaglio: Olivier Dupuis e Benedetto Della Vedova, solo per restare agli eurodeputati uscenti dell'eroico drappello del 1999.
Al primo è stata fatta pagare una certa intraprendenza nella gestione del soggetto partito radicale transnazionale, di cui è ancora formalmente segretario, che va dall'esubero nella spedizione dei fax, alla troppa disinvoltura con cui è stato trattato il caso Cecenia. Certo, Putin può essere anche considerato un boia, ma ha dalla sua l'America ed è difficile in certi momenti distinguere il ceceno buono da quello cattivo. Dupuis, anche in occasione dell'ultimo attentato di qualche giorno fa, nel comunicato più che esprimere solidarietà per le vittime ha dato l'impressione di difendere le posizioni dei possibili indiziati della strage.
Della Vedova, invece, viene visto come ormai perduto e forse transfuga verso Berlusconi, sulla falsariga del trio Taradash, Calderisi, Elio Vito.
Inevitabile quindi che la vendetta della sposa si abbattesse anche su di lui. E se Dupuis risulta candidato al numero 6 solo al Centro,Della Vedova si deve accontentare del quinto posto nel Nord Ovest. Nemmeno il Nord Est, dove pure conta molti sostenitori. Quasi un dispetto.
Infine l'incognita della raccolta firme per abrogare via referendum la recente legge sulla procreazione medicalmente assistita. I radicali stanno facendo da soli ma i risultati sono quelli che sono e l'aritmetica pure: un mese 50mila firme significa tre mesi 150mila. Ce ne vogliono invece almeno 600mila. Le altre? Forse si può ricominciare da zero rinunciando a quelle già raccolte a fine giugno ma se il partito non ci mette i soldi (e se non arrivano i 40 miliardi richiesti, peraltro sempre allo stesso indirizzario di non più di mille iscritti), sarà veramente dura evitare un fallimento.
Ma in tal caso la vendetta della sposa pannelliana potrebbe essere anche più dura. Da consumarsi, sempre fredda, per le prossime politiche. E i militanti sono rassegnati come il fratello di Bill nel secondo episodio: «Quella donna merita la sua vendetta e noi meritiamo di morire».