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Fecondazione, nasce il «turismo delle provette»

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Per aggirare la legge sempre più coppie italiane emigrano: Grecia, Tunisia, Malta fanno concorrenza a Spagna e Austria

ROMA - All'inizio un senso di impotenza, di scoraggiamento. Poi la speranza che non tutto fosse perduto, che ci fossero nuove strade per realizzare il sogno di un bebè. Le coppie hanno cercato, chiesto, navigato su Internet, si sono scambiate informazioni col sistema del passaparola. E alla fine hanno trovato. Hanno trovato centri non troppo lontani né troppo costosi dove è possibile ottenere ciò che ora è vietato in Italia per legge. Grecia, Praga, Tunisia, Malta, presto potrebbe aggiungersi l'Albania. Queste le nuove rotte del «turismo procreativo».

ALL'ESTERO - Il fenomeno preannunciato dai nemici del nuovo testo di legge si è realizzato. La novità, rispetto alle previsioni, sono però le mète scelte dai genitori. Il flusso verso l'estero si è ingrossato (si presume che gli esuli della fecondazione siano almeno il 10-20% in più), le destinazioni hanno come fulcro il Mediterraneo. E spesso a consigliare questo o quell'indirizzo sono i centri italiani. Quando c'è un vero e proprio rapporto di collaborazione con i colleghi stranieri, il biologo si sposta in trasferta per assistere la sua paziente sottoposta ai trattamenti qui vietati. Tecniche eterologhe, congelamento degli embrioni, fecondazione di più di tre ovociti per ciclo, maternità surrogata. «E' impossibile quantificare il movimento, ci possiamo basare solo sui racconti - cerca un numero Monica Soldano, presidente dell'Associazione Madre Provetta, il 25 e 26 maggio un convegno a Roma contro la legge -. Non meno di 30, 40 donne ogni settimana si imbarchino per Atene e Salonicco dove per un'eterologa e la donazione di gameti si spende la metà rispetto alla Spagna».

ALBANIA - Ognuno segue le rotte più abbordabili, anche dal punto di vista geografico. Per i pazienti siciliani le destinazioni più battute sono Malta e Tunisi, che offrono cliniche moderne, ben organizzate, ben felici di ricevere clienti italiani. Dalle regioni adriatiche è più facile optare per la Grecia e, secondo i racconti delle coppie, per l'Albania. Smentisce però da Tirana Orion Gliozheni, celebrità dei Balcani nel campo delle cure per la sterilità: «So che c'è un certo movimento, ma nessuna italiana ha cominciato cicli. Per ora molte coppie turche, macedoni e kosovare». Secondo Giuseppe D'Amato, direttore del Centro pubblico per la riproduzione assistita di Castellana, Bari (poche settimane fa il primo bambino nato in Puglia con la tecnica della diagnosi preimpianto) «la legge ha messo gli aspiranti genitori in grande difficoltà e sarebbe ingiusto non aiutarli ad orientarsi. Noi ci limitiamo a fornire informazioni generiche, indicando come alternative i gruppi austriaci, inglesi e spagnoli che offrono l'eterologa. Ma non diamo indirizzi. Per questo basta fare una ricerca su Internet». All'articolo 12 della legge è infatti prevista la reclusione da tre mesi a due anni e multe da seicentomila a un milione di euro a chi «in ogni forma realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o embrioni o la surrogazione di maternità».

LE TARIFFE - Al Nord passa di bocca in bocca il nome dell'Eubios di Merano, uno degli istituti di medicina della riproduzione ed endocrinologia diretti da Herbert Zech, il ginecologo austriaco che ha fatto nascere il primo bimbo in provetta in Austria, Russia e Polonia. «Questa legge è una frustazione, c'è sempre più gente che cerca altre soluzioni. Dare assistenza a chi ne ha bisogno è nostro dovere - si ribella Paolo Netzbandt, direttore sanitario a Merano -. Riceviamo persone molto preparate, sanno tutto sulle offerte. Da febbraio le cure all'estero sono triplicate». Chi non vuole sottostare al limite di tre embrioni fecondabili vola in Svizzera, Austria, Germania. Chi ha bisogno di un'eterologa sceglie Praga, dove una Fivet costa 3-4 mila euro, più o meno come in Italia, escluse le spese di viaggio. Netzbandt esclude che siano venduti pacchetti di viaggio, comprensivi di volo, soggiorno e cure. Ma è quello che le coppie raccontano.

COSTI AUMENTATI - «La quasi totalità delle strutture sono in stand by , aspettano di vedere le linee guida del ministero della Salute prima di muoversi e riorganizzarsi. Intanto è logico che si guardino attorno. Non mi risulta che colleghi bolognesi abbiano preso contatti per aprire attività a San Marino. Di sicuro, ancora nulla di concreto», fa uno zoom sul panorama italiano Luca Gianaroli, del Sismer. Contano molto su questa apertura al Centro di biologia della Riproduzione di Palermo, diretto da Ettore Cittadini prima che diventasse assessore, dove funziona un centro all'avanguardia per la diagnosi preimpianto. «Il danno della legge lo vedremo in futuro - tentano un primo bilancio -. Nei primi cicli di trattamento col limite dei 3 ovociti non abbiamo avuto nessuna perdita di successi». I clienti dei centri lamentano l'aumento di costi dovuto al maggior uso della tecnica Icsi, la microiniezione, che aumenta le percentuali di fertilizzazione dell'ovocita.

LA LEGGE - Le linee guida dovrebbero essere pronte entro il 10 giugno, ma forse slitteranno strategicamente a dopo le elezioni europee. Tra i ritocchi, la possibilità per la donna di rifiutare l'impianto di un embrione risultato malformato in seguito alla diagnosi preimpianto e di farlo congelare, in attesa che sopraggiungano cure per guarirlo. Si sta cercando il modo di rendere accessibili le tecniche non solo agli sterili ma anche ai portatori di malattie cromosomiche, ora esclusi. Per loro l'unica speranza di avere figli sani senza rischiare di dover abortire i feti malformati è affidarsi alla provetta.

Margherita De Bac

Data: 
Martedì, 11 May, 2004
Autore: 
Fonte: 
Il Corriere della Sera
Stampa e regime: 
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