di Vittorio Pezzuto
Giunta alla sua terza settimana, la campagna di raccolta delle firme sul referendum interamente abrogativo della legge sulla fecondazione assistita registra nuove adesioni di parlamentari e amministratori locali. Segnali importanti che però non riescono certo a sostituire le macchine organizzative di quei partiti che in Parlamento si erano opposti alla legge e che ancora oggi tardano a sostenere l'iniziativa dei Radicali Italiani. In una pagina a pagamento apparsa ieri su L'Unità, questi ultimi hanno paragonato il silenzio dei Ds e delle altre forze di sinistra a quanto avvenne nel 1974 in occasione della campagna sul divorzio, con i vertici del Pci che cercavano di abolire per via parlamentare la legge Fortuna proprio quando i militanti avevano ormai maturato scelte del tutto opposte.
"Se mancano ancora segnali di impegno del ?liberali' e dei ?laici' della Casa della Libertà - sostengono a via di Torre Argentina - da molte parti del paese ci giungono invece notizie confortanti che ricordano quelle che anticiparono e provocarono, sia pure in extremis, l'accettazione e l'indicazione di voto positivo sul referendum sul divorzio". Sarà, ma è indubbio che nelle valutazioni di molte segreterie di partito pesa non poco la scelta dei Radicali che di depositare da soli in Cassazione quattro quesiti referendari: quello su cui stanno raccogliendo le firme e altri tre, che invece chiedevano l'abrogazione parziale della legge.
"Prima non chiedono il nostro parere e adesso ci rimproverano di non aderire a una campagna che hanno voluto decidere da soli?" è il commento più frequente che abbiamo raccolto tra diversi esponenti dell'area laica, ancora piccati per non essere stati adeguatamente consultati, alla vigilia della partenza della campagna, dal partito di Daniele Capezzone e Rita Bernardini. Polemiche politiche a parte, resta però indubbio che i cittadini si mettono subito in fila per firmare ogniqualvolta trovano aperto un tavolino referendario. A Varese, nel corso di un'assemblea pre-elettorale dei Ds, sono state raccolte 90 adesioni su 92 partecipanti.
Nel Comune di Latronico, amministrato da una giunta di sinistra, la disponibilità di diversi consiglieri ad autenticare le firme ha permesso finora a poco meno del venti per cento della popolazione di aderire all'iniziativa. Un esempio seguito lo scorso 25 aprile a Roma da un buon terzo dei manifestanti in piazza che commemoravano la liberazione dell'Italia al nazifascismo. E' vero, si tratta di piccole cifre in termini assoluti ma che tuttavia testimoniano una generale avversione alle nuove norme che limitano fortemente il ricorso alla fecondazione eterologa così come le possibilità di sviluppo della ricerca scientifica sulle cellule staminali embrionali.
"Abbiamo raggiunto la soglia delle 20.000 firme - annuncia il deputato europeo Marco Cappato - mentre non siamo ancora in condizione di valutare quanti cittadini si siano finora recati nella segreteria del loro Comune per sottoscrivere il quesito". Non resta quindi che sperare nella progressiva moltiplicazione dei tavolini ?fai da te' che i militanti - una volta scaricata la modulistica direttamente dal sito www.radicali.it - stanno organizzando alla presenza di funzionari pubblici o consiglieri comunali e provinciali resisi disponibili alla certificazione delle firme.