di Vittorio Pezzuto
Batti e ribatti: il titolo della trasmissione televisiva di Pierluigi Battista, che ieri ha ospitato in studio Marco Pannella, descrive bene la situazione di apparente stallo tra Carlo Azeglio Ciampi e il leader radicale.
Con il primo che l'altra sera gli ha fatto sapere di aver avviato una procedura con l'intento di proseguirla fino al chiarimento definitivo in materia di grazia presidenziale. E il secondo che in tutta risposta gli ha ribadito con grande cortesia l'intenzione di sospendere la sua iniziativa nonviolenta "solo quando acquisterò la certezza che l'esercizio di quel potere sia ormai nuovamente assicurato" al capo dello Stato.
Giunto ormai al suo quarto giorno di sciopero della sete, Pannella continua quindi a coltivare la ragionevole speranza di un atto inequivoco del Quirinale che si affermi come soluzione discontinuità con la prassi finora seguita dalla presidenza della Repubblica in materia di grazia. Anche se le dimissioni di Gaetano Gifuni non sono arrivate - e con esse l'occasione di bere un primo bicchiere d'acqua - la comunicazione informale di Ciampi ha alimentato un cauto ottimismo in ore che si fanno decisamente drammatiche. "Mi sento bene, molto bene. Che poi stia bene è altra cosa, che lascio decidere al collegio medico" ha dichiarato in mattinata lo stesso leader.
E' chiaro a tutti che la partita si gioca ormai tra due giocatori paradossalmente uniti nell'intento di ridare vita alla Costituzione scritta.
D'altronde le scomposte manovre di disturbo tentate dai ministri Carlo Giovanardi e Maurizio Gasparri sono solo l'indiretta conferma di come si stia probabilmente arrivando alla soluzione dell'intera vicenda. Come abbiamo già spiegato, il gesto inequivoco che porrebbe fine allo sciopero della sete di Pannella è infatti il provvedimento presidenziale di grazia per Ovidio Bompressi, l'ex leader di Lotta Continua condannato a ventidue anni di reclusione per l'uccisione del commissario Luigi Calabresi.
Finalmente dissequestrato dai cassetti della direzione generale degli Affari penali di via Arenula (diretta da Augusta Iannini, moglie di Bruno Vespa) il relativo faldone pesante ben 35 chili è pervenuto ieri mattina sulla scrivania del consigliere giuridico del Quirinale Salvatore Sechi, che lo ha immediatamente portato all'attenzione di Carlo Azeglio Ciampi. Quest'ultimo potrebbe decidersi alla firma del decreto nonostante il parere negativo del ministro di Giustizia Roberto Castelli. Il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato che si aprirebbe in caso di sua mancata controfirma consentirebbe così di adire alla Corte costituzionale per un giudizio definitivo sulla procedura da seguire in materia. Una soluzione che, per il momento, soddisferebbe tutti.