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La sete di Pannella: "Recuperare le decenza giuridica"

Testo: 

di Vittorio Pezzuto

Cresce la sete di Marco Pannella e insieme a questa la pressione di quanti spingono affinché il capo dello Stato si riappropri una volta per tutte del potere costituzionale di grazia, "per poi decidere di esercitarlo o no nell'uno o nell'altro caso singolo". La rigorosa iniziativa nonviolenta del leader radicale - che questa mattina avrà oltrepassato le prime trenta ore di astensione totale dal cibo e da qualsiasi liquido - sta raccogliendo un consenso sempre più ampio e obbliga politici, costituzionalisti e intellettuali a interrogarsi seriamente sulla salute stessa della Repubblica.
"Occorre recuperare un momento di decenza giuridica - spiegava ieri il vecchio leone ai microfoni di Radio Radicale -. Il bersaglio è questo immondo assetto partitocratico che assale la realtà del nostro paese. Una partitocrazia ?ladra di diritto', una situazione cui bisogna porre termine ripristinando il principio di legalità". Gli stessi concetti espressi lo scorso week-end dalla mozione finale del comitato nazionale di Radicali Italiani. Nel documento si denuncia infatti "il carattere tecnicamente illegale, contra legem (come già affermato da numerosi giuristi), di un comportamento del ministro di Giustizia Roberto Castelli che impedisse al capo dello Stato l'esercizio delle prerogative che costituzionalmente gli appartengono".
Per questo il partito guidato da Daniele Capezzone interpella il premier Silvio Berlusconi affinché chiarisca se l'atteggiamento dell'esecutivo rispetto a questa vicenda sia rappresentato dalle sue reiterate e positive prese di posizione pubbliche, o invece dagli opposti comportamenti e scelte del ministro Castelli. Quest'ultimo sceglie intanto di giocare all'arrocco nel tentativo di difendere comunque le sue tesi di fondo. "Questo conflitto con il capo dello Stato - ha ribadito ieri ai giornalisti - è stato assolutamente inventato dai giornali, che vogliono sottoporre il ministro della Giustizia a pressioni affinché cambi idea su Adriano Sofri.
La mia idea però è nota e difficilmente comprimibile. L'articolo 87 della Costituzione assegna il potere di grazia al presidente della Repubblica, ma l'articolo 89 assegna al ministro la responsabilità e la proposta. Il dettato costituzionale è chiarissimo, se le parole hanno un senso". Quanto a Pannella, "le sue sono azioni di alto valore civile ma nessun uomo di governo può tener conto di queste manifestazioni e prendere provvedimenti spinto da qualcuno che minaccia di portare la propria protesta fino all'estremo sacrificio. Altrimenti entreremmo in una spirale da cui non si esce più. E' assolutamente doveroso, da parte mia, non tenere conto dell'azione di Pannella". Staremo a vedere.
La posizione del ministro sembra infatti dettata più da puntiglio politico pre-elettorale che non da radicate convinzioni giuridiche. Non è quindi escluso che con il passare delle ore - quando il drammatico protrarsi dello sciopero della sete di Pannella renderà urgente una decisione - Castelli sia autorevolmente ?consigliato' a cedere nel braccio di ferro che ha deciso di intentare con il Quirinale, soprattutto qualora il capo dello Stato decidesse di adire la Corte costituzionale per sollevare un conflitto di attribuzione con il ministero di via Arenula.
D'altronde in molti ricordano come lo stesso ministro di Giustizia - da Pannella recentemente definito "deliberatamente incompetente di diritto" - abbia dichiarato lo scorso 15 agosto che il suo compito in materia non è certo quello di pensare: "Devo solo istruire le pratiche - aveva spiegato - e trasmettere gli atti al capo dello Stato cui spetta il compito di decidere. In fatto di grazia io e i miei collaboratori siamo al servizio di Carlo Azeglio Ciampi". Proprio quello che adesso gli chiedono di fare diverse decine di costituzionalisti, numerosi intellettuali (Il Foglio ospitava ieri un appello sottoscritto per primi da Pierluigi Battista, Ernesto Galli Della Loggia, Paolo Mieli e Angelo Panebianco), il consiglio comunale di Roma e quasi tutti i partiti rappresentati in Parlamento.

Data: 
Martedì, 6 April, 2004
Autore: 
Fonte: 
L´OPINIONE
Stampa e regime: 
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