"Il Nuovo Psi perno della battaglia? Penso proprio che il cardinal Ruini potrebbe dormire tranquillo tra due guanciali"
di Vittorio Pezzuto
"Abbiamo deciso di prepararci. Di lavorare per metterci presto nella condizione di decidere se sia possibile o meno, per la prossima primavera, l'utilizzo dell'arma referendaria". Il segretario dei Radicali Italiani Daniele Capezzone, forte del mandato ricevuto in questo weekend dal comitato nazionale del partito, sta già lavorando a una grande Convenzione che ad aprile possa segnare il lancio di una nuova stagione di lotta nonviolenta. Finanziamento pubblico a partiti e sindacati, legge elettorale, economia, giustizia, libertà civili e immigrazione: sono questi i temi più probabili dei referendum allo studio e che nel loro insieme dovrebbero comporre un coerente progetto riformatore della società italiana. Come già anticipato nei giorni scorsi dal nostro quotidiano, i quesiti già definiti sono quelli che riguardano la fecondazione eterologa, la libertà di ricerca scientifica e la salute della donna. "Li abbiamo approntati - conferma Capezzone - insieme ad Antonio Del Pennino e a Rita Bernardini (e con il grande lavoro tecnico di Emilio Colombo e Federico Fischer). Grazie ad Antonio possiamo già contare su un arco di forze disposte a sostenere l'iniziativa (unendosi così all'Associazione Luca Coscioni che ha già deliberato in tal senso al suo ultimo congresso). Spero adesso che si raccolgano forze militanti ed economiche sufficienti per passare dalle parole ai fatti. Certo, quando sento dire da Gianni De Michelis che il Nuovo Psi sarà il perno di questa battaglia mi viene un po' di preoccupazione: se se ne occupa lui, il cardinal Camillo Ruini può stare tranquillo e dormire tra due guanciali?
In una recente conferenza stampa le deputate diessine, verdi, rifondarole e comuniste hanno promesso una grande mobilitazione per cancellare "in ogni modo e con diversi strumenti" la nuova legge. Svegliatesi dal loro letargo politico, potranno anch'elle darvi una mano nella raccolta delle firme?
A parte il fatto che avrebbero potuto almeno invitarci alla loro iniziativa (se non altro per spirito di verità nei confronti di quanti hanno lottato sul serio contro l'approvazione di questa legge), non credo proprio che vogliano davvero i referendum. Hanno già pronta la solita solfa dell'"altrimenti si spacca il paese"? Il guaio vero è che in troppi non comprendono che senza Luca Coscioni questa battaglia è persa in partenza: o si arriva a un grande scontro nel Paese sul tema della libertà di ricerca scientifica oppure la questione verrà presto derubricata (con le falsificazioni che abbiamo già visto) a "capriccio" delle cinquantenni che vogliono un bambino biondo e con gli occhi azzurri?
Come mai tre referendum distinti?
Un referendum che chiedesse l'abrogazione tout court della legge ci esporrebbe all'accusa strumentale di volere un "far west legislativo" in materia e comunque rischierebbe di essere bocciato dalla Corte costituzionale in quanto l'articolato contiene espliciti riferimenti ad alcune convenzioni internazionali. Con tre quesiti potremmo invece meglio colpire le parti più illiberali della legge, provando a scansare - per quanto possibile - la giurisprudenza fantasiosa che la Consulta ha sviluppato in questi decenni allo scopo di assassinare il diritto costituzionale al referendum.
E' desormais iniziata la campagna elettorale per le prossime elezioni europee. Che fine ha fatto il tentativo di dar vita a un unico rassemblement di radicali, socialisti, repubblicani e liberali?
Il tavolo laico promosso da Arturo Diaconale, Davide Giacalone e Stefania Craxi ha avuto l'indubbio merito di ricreare un tessuto di incontri e di appuntamenti. Mi pare però molto difficile che esso possa portare a un punto di caduta elettorale. Ai nostri interlocutori abbiamo ripetutamente proposto di lavorare insieme a partire dalla questione della legalità e da altri contenuti molto precisi, molto concreti? Mi sembra però che questo approccio sia stato presto perso di vista. Ecco perché mi sento di dire in tutta franchezza che i radicali - con Emma e Marco - hanno ben altro da fare che non rinchiudersi in una stanza con Gianni De Michelis o Giorgio La Malfa (e altre "forze fresche" di questo genere?) per fare l'unione vetero-proporzionalista dei "cocci" laici.