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"Legge sulla fecondazione assistita: 15.000 nati in meno l'anno"

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Saranno stati il freddo, la pioggia battente, i militanti-sandwich, il ronzio fastidioso del gruppo elettrogeno, la cassa acustica gracchiante che distorceva le parole pronunciate al microfono oppure il tavolo da tappezziere in precario equilibrio sui sanpietrini di corsia Agonale. Sta di fatto che la conferenza stampa che i radicali hanno tenuto ieri pomeriggio davanti a Palazzo Madama - pochi istanti prima che i senatori riprendessero la votazione degli articoli del progetto di legge sulla fecondazione medicalmente assistita - richiamava alla memoria gli storici happening degli anni Settanta su divorzio e aborto. Con un'unica, forse fondamentale differenza: l'assenza di mobilitazione delle donne (della sinistra, innanzitutto) nella battaglia contro l'approvazione di una legge proibizionista che limita l'uso consapevole del proprio corpo.

"La loro astensione - ha commentato la ginecologa Mirella Parachini - ha lo stesso valore di quella di molti senatori: equivale a un voto contrario ed è quindi determinante nei suoi effetti". "Certo, l'opposizione dei Ds e di oltre 2.300 scienziati così come l'attenzione seppure tardiva della stampa su quanto sta accadendo - ha riassunto Rita Bernardini - sono elementi positivi ma non sufficienti. Speriamo adesso di strappare in aula l'approvazione di alcuni emendamenti migliorativi che costringerebbero la Camera dei deputati a un nuovo riesame del testo: un miracolo laico che potrebbe riaprire l'intera partita".

I ginecologi Claudio Giorlandino del Forager (il Forum delle associazioni di genetica e riproduzione) e Luca Gianaroli (direttore scientifico della Società italiana di studi di medicina della riproduzione) - gli stessi che domenica scorsa hanno preso parte al contestato dibattito televisivo a Domenica In - si sono sottratti a qualsiasi commento politico. "A noi interessa soltanto spiegare con chiarezza quali saranno le conseguenze pratiche di questa legge: 15.000 neonati in meno all'anno; il divieto alla preselezione dell'embrione (che in caso di embrione malato potrà essere ?corretto' solo ricorrendo all'aborto terapeutico); l'impossibilità per le donne sterili di avere comunque un figlio dopo i 35 anni; un aumento sensibile dei parti trigemellari e conseguentemente un aumento del 20-30% dei casi di handicap cerebrale dei bambini così concepiti; migliaia e migliaia di embrioni non utilizzati e quindi condannati allo sciacquone".

Da Orvieto è intervenuto telefonicamente Luca Coscioni. Malato di sclerosi laterale amiotrofica e costretto da tempo a comunicare con un sintetizzatore vocale, il presidente dei Radicali italiani è stato chiarissimo: "Il Parlamento sta per compiere un crimine contro l'umanità. Non mollate, vi prego". Per ultimo ha preso la parola il segretario Daniele Capezzone, che proprio sabato scorso aveva intrapreso un digiuno di dialogo per ?costringere' il leader della Margherita a dichiarare pubblicamente il suo voto sulla legge: "Lo ringrazio per la risposta chiarissima che ha voluto darci. Adesso sappiamo che è nettamente schierato sulle posizioni proibizioniste e illiberali espresse da Rosy Bindi e dalla senatrice Patrizia Toia. Sono sicuro che gli iscritti e i militanti del suo partito e soprattutto gli elettori tutti sapranno tenerne conto". L'ex radicale e abortista Rutelli favorevole a una legge del genere? Gli anni Settanta sono davvero finiti.

Vittorio Pezzuto

Data: 
Mercoledì, 10 December, 2003
Autore: 
Fonte: 
L´Opinione
Stampa e regime: 
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