ROMA - «Bisogna ragionare a mente fredda e non confondere le opinioni, per quanto aberranti, con le azioni illegali». Daniele Capezzone, segretario dei Radicali italiani, non esulta né si dispera per l'espulsione dell'Imam di Carmagnola, ma invita ad «uscire dall'emotività del momento» e a valutare i fatti con distacco. Il centrodestra applaude alla decisione del ministro dell'Interno, mentre nell'opposizione qualcuno avanza dubbi. Secondo Massimo D'Alema, doveva occuparsene la magistratura.
«Sono molto perplesso perché si adotta un provvedimento di espulsione in presenza di un'opinione "non gradita". Se invece gli inquirenti ritenevano quell'uomo responsabile di attività illegali, allora l'ultima cosa da fare era allontanarlo dal Paese. Meglio "usarlo" per tirare il filo delle indagini».
Evidentemente certe dichiarazioni e documenti sequestrati bastano a individuare un pericolo per la sicurezza dello Stato.
«O questo signor Mamour possiede capacità divinatorie oppure, per annunciare con un mese di anticipo gli attacchi contro le truppe italiane in Iraq, era in possesso di importanti informazioni su cui si doveva indagare. Comunque, legare l'espulsione all'espressione di un'opinione è un passo falso. Chi stabilisce quali opinioni sono accettabili e quali no?».
Sta tirando in ballo l'articolo 21 della Costituzione?
«Dico che si rischia di stabilire un pericoloso precedente. E se domani un cittadino italiano comincia a inneggiare a Bin Laden? Cacciamo pure lui? Non si può bandire dal Paese una persona in nome delle sue opinioni, che siano fasciste, comuniste o espressione dell'integralismo islamico. Certe idee vanno combattute sul piano politico. Una democrazia salda non teme il confronto e dà diritto di parola anche ai nemici».
Dopo l'Imam di Carmagnola, il Viminale ha espulso altri sette maghrebini e qualcuno parla di «caccia alle streghe».
«Sappiamo che in alcuni luoghi possono svilupparsi sacche di violenza, ma non possiamo certo far piazza pulita di tutti quelli che frequentano le moschee. Ripeto: nessuno può essere cacciato per un reato d'opinione, se invece si parla di attività illecite bisogna lasciar lavorare l'intelligence».
Lei invita a mettere da parte l'emotività. Crede che certi provvedimenti siano legati al clima di tensione provocato dall'attentato di Nassiriya?
«E' possibile, resta il fatto che la decisione di Pisanu non è convincente né autorevole».
Personaggi come l'imam o Adel Smith possono mettere a rischio le recenti aperture sul fronte dei diritti degli immigrati?
«Se si riferisce alla proposta di diritto di voto, in Italia vedo un dibattito che non ha niente di liberale. C'è il rischio di creare cittadini di serie A, B e C, invece bisognerebbe parlare solo di individui e di libertà individuali, al di là delle scelte religiose e politiche».
Livia Michilli